Wednesday, January 14, 2009

L’importanza di chiamarsi Fedele (e non Ernesto)


In epoca di crisi sussurataci in ogni dove (impossibile non ascoltare anche non volendo), la parola chiave è “fedeltà”.

Fedeltà in ogni dove, con chiunque: fedele al proprio partner, fedele alle proprie idee e valori, fedele alle nostre abitudini, fedele ai nostri gusti.

Fedeli e vincenti al risparmio ed al buon servizio.

Fedeltà al proprio uomo, che sicuro sempre più del vostro amore (e di sé) accetterà di pagarvi qualche cena in più (fino pian piano a farlo diventare una piacevole routine, “paga lui”) e avrà sempre più voglia di omaggiare la vostra dolcezza ed esclusività con regali (si spera sempre più graditi).


Fedeltà alle proprie idee e valori, guadagnerete tempo (che quasi sempre è “denaro”) nel non pensare sempre alle stesse “cose”, poiché, si spera, si è già raggiunta una buona qualità, apprezzabile, di valore umano. Inutile rimurginare sulle buone qualità ed il “ben fatto”. Doveroso farlo sul “cattivo tempo” provocato a se stessi e ad altri.

Fedeltà alle proprie abitudini, che siano di acquisto e di consumo. Diventare clienti assidui di negozi, ristoranti, centri estetici è fondamentale, ora, per risparmiare: le responsabili di vendita ci conosceranno pian piano, miglioreranno il loro modo di servirci, in meno tempo poiché più consapevoli di ciò che vogliamo. “Tessere fedeltà” saranno il loro modo di tenerci stretti, ma siamo già motivate a rimanere strette: gli sconti si fanno soltanto a facce amiche e noi abbiamo tutte le intenzioni di essere “facce amiche”.

Fedeltà ai nostri gusti, così non dovremo comprare altri oggetti per soddisfare altri bisogni. Mi piace giocare a tennis? Continuerò a giocare a tennis, risparmierò su un ulteriore paio di scarpe da ginnastica da running facendomi bastare le scarpe da tennis. Mi piace il pane da toast integrale del Mulino Bianco? Raccoglierò i punti per avere un tostapane.

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