Saturday, March 29, 2014

La famigghia

Quando vengo risputata dal vortice lavorativo perchè ormai sterile di forze (e di entusiasmo) ritorno ad osservare affascinata le piccole e grandi cose della mia vita "non da soldato". E' una parte della vita che ha colori diversi da quelli che ho il tempo di vedere quando sosto in trincea a combattere e a difendere.
Sono i colori di un caffèlatte sul terrazzo appena sveglia, il sabato mattina, a guardare quanti tipi diversi di uccelli ci sono sugli alberi, al rumore che fanno quando beccano o cinguettano.
I colori del messaggio che scrivi alla tua migliore amica per dirle che sei ancora viva e che oggi è una splendida giornata di sole. Le proponi corsa, aperitivo in centro a Carpi in mezzo "ai personaggi che pensano di contare" (gli sboroni) per farci 4 risate e cena a casa con una "boccia degna di noi" ma lei risponde che preferisce "fare il cambio dell'armadio, ci aggiorniamo nel pomeriggio". Vuol dire che ha del pesce a casa... non d'acqua e che oggi preferisce la pesca e cucinarselo.
I colori del tuo coinquilino, come ama definirsi quando è il momento della sturiasa perchè "non ci sei mai", che esce a fare la spesa, ti chiama dal NaturaSi per sapere che tipo di succo d'acero prendere perchè non c'è quello che mangi di solito, che arriva trafelato mentre sei ancora sul terrazzo e ti lancia il quotidiano dal giardino come un vero napoletano in modo che il servizio da "maggiordomo" sia completo. 
Ad ormai metà giornata di libertà, in questo sabato di primavera, penso che oggi e domani vorrò godermela e non poco. Mi perdoni la mia famigghia se non sfrutterò tutto il tempo a disposizione per trascorrere del tempo con loro ma Alessandra ha bisogno di leggere cose che non riguardino la crisi politica, la congiuntura economica, ilSole24Ore, strategie finanzie e commerciali, dati e analisi di vendita, report sui competitors e ho bisogno di non sentirmi chiamare per cognome o dottoressa (di stò *****) ma Alle, Ale, Bimba, Ninì, Cucciolo a seconda dei momenti e del mittente. 
Di stare un pò con me. 
Mi trovo divertente quando non sono troppo seriosa.

Poi purtroppo approfitto di questo canale per sfogare la mia rabbia nei confronti di quella cagna che venerdì scorso a Torino mi ha inferto le peggiori pene solo per una ceretta. A te, cara cagna, che non sei stata nemmeno in grado di mettermi a mio agio per una ceretta alle gambe, che spalmavi cera bollente e che strappavi come una dannata dico che non vedrai di certo più la mia persona ma che farò in modo di fartene vedere sempre meno. 49,00€ per una cera che oggi, fra pochi minuti, mi accingerò a correggere grazie al vecchio Silkepil. Non mi ricordo il tuo nome scritto sulla targhetta del camice ma ricordo bene dove non andare: TiptoToe in centro storico a Torino. Che giustizia sia fatta.