Sunday, October 25, 2009

Aiutatemi, vi prego!!!

Sto attraversando un periodo NO o, per capirci meglio, un periodo sfigato.

Di quelli in cui sei perennemente in allerta, nervosa, in agguato. Il problema è capire per quale grosso e spaventoso pericolo mi si stanno raddrizzando così tanto le antenne. Mah, si starà avvicinando il 21 dicembre 2012.

In ordine.

Il vetro anteriore dell’auto aziendale grossolanamente crepato causa sasso scalfito da una ruota di camion che procedeva innanzi a me prima del sorpasso, segue grosso sgagazzo per il rumore e la crepa che pian piano si allargava ed allungava durante il viaggio.

Appuntamento dall’estetista di fiducia, ceretta all’inguine. 7 estetiste in un piccolo loculo-locale adibito ad istituto di bellezza. Mi capita l’unica su 7 non delicata, quella giovane giovane, appena assunta, alle prime armi. “Ti sto facendo male eh?” sogghigna nel mentre. Io, sudando caldo per il dolore e cercando di trattenere le grida ad ogni strappo, “si, molto”. Lei procede come se niente fosse. Devo trovare un modo per chiedere al momento della prenotazione telefonica di allontanare la giovane biondina da me al mio arrivo.

Dopo 2 anni di servizio la piastra per capelli super tecnologica non si accende, proprio il giorno in cui avrei dovuto avere capelli lisci, profumati ed invidiabili. Provo a sbatterla contro qualsiasi superficie dura, durissima, prenderla a calci. Deve essere un problema non risolvibile con la solita “botta”. Però adesso come faccio? Mi sta aspettando un essere maschile dopo lunghi periodi di astinenza e sembro un riccio. Potrei farmi asfaltare. In fondo dopo si appiattiscono anche loro, poveretti.

Saturday, October 24, 2009

Amici miei (atto unico)


E' un atto unico, lungo una vita... almeno spero. Zingarate di gruppo poche, molte a coppia mista.
Riguardare le foto al ritorno dalle nostre divertenti prestazioni è proprio come vedere alcune scene del celebre film degli anni '70 di Mario Monicelli.
Anche tra noi cala il silenzio al ritorno dalle zingarate, silenzio che vuol dire ritorno alla normalità, alla quotidianità ed all'amarezza di ciò che ognuno di noi vive non per scelta.
Ci si cerca per star bene, per evadere dalla serietà che ci costringiamo a far nostra durante il giorno. "Sparare cazzate in discorsi intelligenti" è la nostra qualità migliore.
E siamo in quattro come rimasero i celebri amici dopo la morte del giornalista Perozzi, l'io narrante del primo atto.
Lei si innamora, perde la testa, sparisce fra i suoi pensieri e le sue lacrime, proprio come l'archittetto Melandri che "aveva visto la Madonna". Ma torna sempre, rinsavisce, torna a fare la zingara ed a divertirsi.
Io sono apparentemente la più seria, che si rivela la più folle del gruppo, come il professor Sassaroli. Peccato che non possa vantarmi di avere "molte nipoti da parte di fava" (nel mio caso "molti nipoti da parte di patata").
Il conte Lello Mascetti è colui che più mi dà corda: nonostante tutti i suoi difetti, mantiene alta la sua dignità, non accetta elemosine, accetta l'ospitalità ma non le collette. Proprio colui che guarda gli altri lavorare, è quello più abile a far risparmiare.
E poi c'è Il Necchi: cinico e maschilista convinto. Un folle, che avverte i segnali di cambiamento nella propria vita un giorno si ed uno no. Ora ha preso un patentino come dog-sitter: sentiva il bisogno di un contatto "più umano" di quello con gli umani stessi.
Quando penso che alcuni aspetti della mia vita sembrino la sceneggiatura di un film non mento a me stessa.
Mi piace guardare il mio film: è SPASSOSO.

Sunday, October 18, 2009

Scelte (molto?) spirituali

Eremita= religioso che sceglie di vivere appartato in luoghi remoti.
Giornata di sabato, dopo una settimana di forzate pubbliche relazioni in giro per l'Italia= fare l'eremita.
Nessun luogo remoto, solo il tepore ottenuto dal camino acceso di casa mia ed il divano di fronte. Poche letture, alternarsi di un libro poco impegnativo che mi faccia spensierare e sorridere
(è il turno di Lost in Fashion di Silvia Paoli) ed uno da concentrazione (Le quattro casalinghe di Tokyo di Natsuo Kirino). Inframmezzare il tutto con qualche sms ad amiche e parenti, per marcare il territorio. Messaggio subliminare da trasmettere: non mi sono dimenticata di voi, vi voglio bene, ma non ho la forza nemmeno questo week end di alzarmi dal divano.
Fare qualcosa con le mani: cucinare ed impastare (scaricare lo stress da qualcosa andato storto durante la settimana dando cazzotti all'impasto), fare qualche servizietto da Cenerentola-colf (sfregare sempre più forte da procurare qualche scintilla, come se il soprammobile fosse il tuo capo insaziabile).
Pensare, cencando di farlo riguardo a qualsiasi cosa tranne il lavoro. Devo pur rilassarmi!
Valutare in quale locale poter andare in tarda serata, per farmi vedere almeno dagli amici più cari e non indurli ad etichettarmi come una morte bianca (il lavoro uccide anche l'anima, non solo il corpo).

Di religioso c'è ben poco, se non il silenzio che deve regnare in casa durante il giorno di eremitaggio. Anzi, di religioso c'è l'obiettivo che mi pongo: attendere l'avvento dell'Età dello Spirito, sono stanca di vivere in questa Età dell'Oro. Mi procura troppo stress.
Come Gioacchino da Fiore, attendo tempi migliori influenzando i tempi che vivo di oppressione.
Risultato: alle 9 di sera sono ancora immersa sotto una calda coperta di pile sul divano, tisana drenante bollente sul tavolino a fianco, cani stecchiti dal sonno ai piedi, libro non impegnativo in mano.
Sto lottando contro la mia crisi economica (non esco, non spendo) e contro la mia crisi spirituale (due parole con me stessa).
Ed anche per questa settimana amici & Co. cercheranno l'annuncio sul giornale locale: Allefer, ennesima morte bianca.

Thursday, October 15, 2009

Manuale della giovane pezzente

La giovane pezzente alloggia in un hotel a quattro stelle, pagato dall'azienda, e viaggia su un auto aziendale, quest'ultima station wagon, come se dovesse portare con sè chissà quale bagaglio. Lavora nel mondo della moda, ma di griffato può permettersi ben poco, se non super scontato ed omaggiato, ancora una volta, dall'azienda. Il bagaglio è solitamente solo uno, formato da "abiti" che sono vere e proprie "divise", da dover indossare durante l'orario di lavoro come miglior maschera alla sua stanchezza e voglia di fuga. Sembra quasi sempre una persona seria e sicura di sè con quel sorriso e cappotto di cashmere.
Ma il meglio di sè, la giovane pezzente, riesce a darlo fuori dalle spese rimborsate dall'azienda.
Imparerà a contenere la sua smisurata passione per le scarpe provando ogni modello l'avesse fatta innamorare a prima vista dalla vetrina: entrerà in negozio, "buonasera (pausa), vorrei provare quel paio di decollete in vetrina....porto il 39". Le indosserà entrambe, se le guarderà allo specchio e chiederà il prezzo. Le risponderanno "questo è l'ultimo modello di Prada di questa stagione, 427,00€". Sorriderà e con
nonchalance dirà "sono bellissime, ci penso e torno per prenderle". Non tornerà mai più in quel negozio. Anzi, farà in modo di non passarci più davanti.
La giovane pezzente sa che questo può essere fatto soltanto in città lontane dalla propria, ma sa anche che questa è l'unica fonte di affetto ed amore che può avere lontano da casa. Scarpe griffate ai propri piedi per pochi minuti.
Per proprietà transitiva, GIOVANE PEZZENTE : MODA = MODA : AZIENDA, quindi GIOVANE PEZZENTE : AZIENDA. E' naturale che la giovane pezzente sia così dedita all'azienda, almeno le permette di dormire in hotel splendidi e mangiare abbonantemente: queste sono spese rimborsate.

Thursday, October 1, 2009

Hero of the day

6.45: no, ancora mezz'ora...sposto la sveglia "giorni feriali" sul blackberry alle 7.00. Volevo lavarmi i capelli stamattina, ma chi se ne frega, li legherò in una bella e alta coda liscia. E' anche trendy.
7.00: oddio, non ho più scusanti nè scappatoie. Mi devo alzare...qualche minuto in cui mi sfrego gli occhi, stiracchio e penso a cosa mettermi.
Preparo l'impasto della crepes, accendo il fuoco
lento, verso l'impasto che non deve essere troppo liquido e mi dirigo davanti all'armadio.
Oggi jeans, camicia, golfino...noooo, tacchi oggi no, stivaletti da maschiaccio.

In ufficio bevo tanta acqua, per poter fare tanta "plin plin". Tanta plin plin significa alzarsi spesso, camminare verso la toilette, un lungo corridoio in cui non suonano telefoni, non esplode il panico per un ritardo di mezz'ora nella consegna di un progetto, non senti schiamazzare commenti inutili sulla mise sbagliata di qualche collega. I più ignorano che una faccia intelligente può indossare quello che vuole.
Ti allontani un momento e ti hanno già cercato al telefono. Richiami. Devi preparare una e-mail urgente, lunga quanto la Bibbia, che però di sacro e profetico ha ben poco.
Ed è metà pomeriggio...anche oggi ho mangiato qualche galletta di mais davanti al monitor del pc. Cosa avrei veramente voglia di fare se fossi fuori da queste quattro mura?

E poi ti arriva l'e-mail della collega che deve andare ad una festa e non sa cosa mettersi. Ti lusinga, "scrivo a te Alle perchè hai gran gusto", però ha trascorso le ultime settimane senza nemmeno salutarti (non dico rivolgerti la parola e farti un discorso). Ed è seduta tre scrivanie più in là.

Si dimette una collega storica, in azienda da 14 anni. Un regalo mediamente dispendioso per colmare la mancanza di affetto che metteranno nel salutarla l'ultimo giorno di lavoro.

Ed è sera, esci da questa freddezza e apparenza.
Chiami il mondo per poter infondere affetto e simpatia. Per riceverlo. Esiste anche nella mia vita, non lavorativa.
Peccato che si lavori di più di quanto si faccia l'amore e ci si diverta.
Ma non mi arrendo. Mi sento un eroe a tarda serata, con gli occhi semi-chiusi davanti, ancora una volta, ad uno schermo di un pc, questa volta per scrivere di me e della mia mente . Ad occhi quasi chiusi mi ostino a leggere qualche pagina del libro che poggia sul mio comodino, dopo aver corso per 4 km sul tapis roulant. Poi anche gli eroi crollano, spesso senza farsi nemmeno la doccia.
Va beh, domani mattina mi alzerò prima, così mi lavo i capelli.