Monday, November 10, 2008

Purezza


I malati di parole “scritte e non”, i fanatici del trasportare anche la più minima sensazione in parole che consentano la sua descrizione e narrazione, come me, hanno le loro parole preferite. Oppure, nei peggiori dei casi, se le inventano.

La prima parola che ho inventato è stata “emmonete” per poter esprimere il suono delle monetine in tasca e nello stesso tempo la loro urgenza di averle nel caso in cui si deve pagare qualcosa “in spicci”. Era il lontano 2000. Da quel momento le parole non presenti sul dizionario della lingua italiana perché inesistenti ma fortemente onomatopeiche e piacevoli per il loro suono e le immagini che richiama il loro sentire sono diventate la mia passione.

Il “pitirri” non esiste ma per me è quando una crepes oppure una frittata non tiene la forma una volta girata dall’altro lato per completare la cottura. Il dorato cerchio si spappola e si crea delusione e sconforto: “anche questa volta ho messo troppo latte, ancora un pitirri”.

L’amico che “non ci arriva” ma non può essere offeso diventa un “idioga”. Mai giudicare, non ne sono capace e non reputo di averne nessun diritto, ma la palese “idiozia” deve essere necessariamente fatta notare alla persona cara dandole dell’idioga. La persona capirà e rifletterà sull’errore.

Esiste anche il meraviglioso mondo delle parole esistenti e grammaticalmente corrette. Le mie preferite sono “margherita” e “purezza”. La prima perché il suono mi ricorda un fiore con moltissimi petali sottili, mai nome comune fu più azzeccato. La seconda perché mi ricorda una scopa che spazza un meraviglioso pavimento color marrone\grigio, l’idea della pulizia e dello sgombro da cose inappropriate.

La cosa per me si complica perché associo una parola di cui ho voglia con una cosa da fare. Se ho voglia di “purezza” devo andare a correre e camminare nei prati. Ma non prati qualsiasi: quelli dove sono cresciuta e vivo. Se mi viene voglia di purezza e non sono a casa “sono guai”. In quel caso dovrò mangiare gelato alla nocciola. Perché il gelato alla nocciola sia un mio feticcio alimentare e mentale non mi è ancora chiaro.

Mi è chiaro, però, perché solo i campi “delle mie origini” mi facciano questo effetto: era l’unico luogo che potevo raggiungere da piccola con le mie gambe, scappando da casa. Un po’ come fare “piazza pulita”, un po’ come raggiungere la purezza.

2 comments:

Anonymous said...

Allefer...ma non era "ighiota"?

@llefer said...

No "BB", è sempre stato IDIOGA. "Ighiota" forse è un suono gutturale di disprezzo o compatimento che emetto qualche volta...hihihihihihi, ma non credo di averlo mai emesso nei tuoi confronti!!!