Wednesday, September 10, 2008

The Urban Etiquette Guide

Su un numero de The New York Times scorsi, mesi fa, un articolo che fece al caso mio, “mio” in quanto sempre attenta a mostrare rispetto ed educazione verso il prossimo: Guida alla buona educazione in pubblico (“New rules for getting along in an endlessly wired, ruthlessly crowded, sexually libertarian city”).

Letto l’articolo con curiosità ed interesse, lo immagazzinai nella memoria fino ad un bel giorno (poche settimane fa), quando in metropolitana a Tokyo mi accorsi di essere l’unica ad avere gambe accavallate ed a parlare ad alta voce col vicino di seduta. Ripensai a quella famosa “etichetta del buon cittadino” letta su un quotidiano di New York. E pensai a quanto noi italiani siamo riconoscibili, volenti o nolenti, all’estero.

“Etiquette. The word may seem quaint and ironic to progressive New Yorkers, bringing to mind doilyed scenes of high tea with extended pinkies and stilted conversation. After all, many of the original rules were based on traditions stepped in emotional constipation – hardly appropriate for a modern, espressive, liberated city. But, in fact, the nature of New York is precisely why we need etiquette more than ever. First of all, it’s so crowded!”

Al di là del classico approccio americano alle cose e persone iniziale (motivare sempre il perché e mostrarlo come spinta all’esecuzione delle cose ancor prima di spiegare le cose da fare), non pensiate che le classiche norme “dei bravi cittadini in strada” siano sufficienti: mantenere la destra sui marciapiedi se si cammina lenti o con mezzi ingombranti, non osservare una donna camminare e rivolgerle apprezzamenti e non fumare nelle vicinanze di qualcuno anche se si è all’aperto sono semplice routine da quieto vivere per le strade di New York.

L’etichetta del “buon newyorkese” si dilata soprattutto verso le sfere quotidiane più personali.

Cosa fare dopo una notte in compagnia di una nuova persona? “What obligations does one have after a one-night stand?”

Tutto ciò che si dovrà fare dopo deve essere coerente con quanto fatto intendere o detto durante la nottata: se ci sono aspettative per un futuro, pur anche breve, bisognerebbe rispettarle. Se non sono state fatte false illusioni, bisognerà essere semplicemente educati: se la liaison ha avuto luogo nel proprio appartamento una semplice colazione insieme il mattino dopo è più che sufficiente, ma è importante non dilungarsi e non mostrare troppa “confidenza” (alimenta le aspettative dell’altro). Se tutto ciò che doveva succedere è accaduto nell’appartamento altrui, basterà salutare dopo essersi esibiti in una conversazione di circa 20 minuti (“engage in light caressing and conversation for at least twenty minutes”) o, nel caso si voglia fuggire prima ancora che il\la partner si svegli, lasciare un biglietto, anzi, un post-it: SEI STATO GRANDE STANOTTE. Tassativamente vietato chiedere e dare il proprio numero di telefono se non si vuole essere ricercati (è bene non inventarselo o dare il proprio numero cambiando una cifra… o due se si è più cattivi).

Chi paga il conto? “Who pays the bill on a date?”

Paga chi invita, chi propone. Vige ancora la cavalleria, però: dovrebbe comunque pagare l’uomo. È buona norma dare una possibilità agli uomini non molto svegli: la “dama” dovrebbe alzarsi per andare in bagno a fine cena e dare la possibilità al “damone” di chiedere il conto e saldarlo (in modo da non far vedere nemmeno QUANTO si è speso). È così brillante sentirsi dire: “andiamo cara, è tutto a posto”. Difficilmente un uomo lo farà anche se voi vi sarete chiuse in bagno per mezzora, quindi: offritevi, donne, di pagare la vostra parte. Se il vostro compagno di bevute e mangiate accetta, cercate di non farvi venire un’indigestione e cercate un nuovo compagno.

Per quanto tempo è accettabile mostrare le proprie nudità? “How much locker-room nudità is acceptable?”

Essere nudi in uno spogliatoio è concesso e doveroso, inevitabile, ma nel caso si abbia qualcosa con sé che possa essere usato per coprire i genitali… è bene usarlo.

Vi ho accennato alla compostezza dei giapponesi sui mezzi pubblici. Gli Americani non sono proprio “zen” e silenziosi. Sui metro di New York, fra le “Rules of the underground” si legge: #7 – Lie down on subway only if dead. A New York accettano persone sdraiate sulla metro soltanto se morte.


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