Per etichettarmi come un'amante della buona cucina di tutto il mondo che predilige però un piatto di sashimi ad un piatto di cappelletti in brodo il giorno di Natale mia madre dice sempre "sei una ragazza strana". Che poi una ragazza strana non ha nulla a che vedere col mangiare e che cosa.
Proprio lei che quando avevo 2 anni mi costringeva ad assaggiare tutto, tutto della sua cucina natìa, siciliana. Come può una dolce bambina di 2 anni non rimanere traumatizzata dall'odore di pecorino col pepe nero che ti si appiccica alle guance che tua madre ti bacia ad ogni boccone: un'oliva rigorosamente nera, un pezzo "di tumazzo" ed un bacio?!? Come posso voler assaggiare a 4 anni il sanguinaccio che tua nonna materna (quindi sicula) ti mostra con tanto orgoglio alle 4 di pomeriggio mentre tu vorresti una crostatina al cioccolato del Mulino Bianco?!?
La ragazza è cresciuta strana, sì, perchè in viaggio qua e là ho assaggiato cose che mi hanno ben più gustato di una "pezza di tumazzo".
Non voglio trattenere l'entusiasmo nel parlare della cucina indiana. Una della cucine più saporite e buone al mondo. Oltre allo Shri Ganesh in centro storico a Parma in cui mi rifugio quando in patria, ho scoperto un piccolo posticino orrendo da vedere ma ottimo nel mangiare. Si trova al 50 di Queensway a Londra, il Maharaja Tandoori. Caratteristiche peculiari di ogni buon ristorante indiano: mangiare uno sopra l'altro, troppi tavoli e pochissimo spazio, e avere camerieri che fanno uso di sostanze stimolanti ed allucinogene. Non sanno l'inglese a Londra, non sanno l'italiano in Italia. Capiscono però tutto ciò che ordini ma non riescono ad evolversi in piccole domande successive a quello che hai appena ordinato del tipo: "che spezie contiene questo piatto?".
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