Friday, May 4, 2012

Why don't we?

Come sono visti gli italiani all'estero? Quali sono i primi argomenti che vengono affrontati (e scelti) da uno straniero ed un italiano in vena di chiacchiere?
Mentre qualche anno fa, quando ancora vivevo gli anni dell'adolescenza, l'italiano medio non era quello descritto da Maccio Capatonda nelle sue gag ma generalmente un uomo di gran lavoro manuale, del Meridione, emigrato al Nord per lavoro e famiglia,  fino agli inizi degli anni '90 all'estero l'italiano medio era visto come un macho latino dall'eccessiva produzione di ormone.
No, ora nemmeno quello.
Durante quegli aperitivi tra colleghi, proprio in quei momenti dove persone di nazionalità diverse si incontrano e sviscerano le proprie appartenenze, l'italiano medio del 2012 viene deriso dal sentore comune.
La produzione d'ormone non é mai stata eccessiva negli italiani, mi dice ridendo un collega psicologo spagnolo, poiché sono sempre stati più impegnati a parlare di sesso che a farne ed a farne bene. Detto da lui che ha trovato la voglia ed il tempo per pubblicarci una tesi di laurea sulla vita sessuale degli europei... cambiare posto al tavolo, magari sarebbe stata una buona idea... avrebbe potuto diagnosticarmi qualche problema di anogarsmia delle italiane.
La stylist inglese dice di aver letto su Evening Standard che gli italiani sono il popolo europeo più depresso dalla crisi economica. Un gregge di pecore depresse MA con l'iphone, si perchè in Italia TUTTI hanno il telefono "da soldi" sostiene. Sorrido guardando il mio iphone proprio sul tavolo, bianco, con la sua custodia rosa shocking che lampeggia.... sono un'italiana depressa? Ho anche un Blackberry, quindi la sindrome è più grave?
E' sconcertante però che un'inglese sappia, chieda, rifletta della mania al consumismo di noi italiani, un consumo che troppo spesso va oltre ciò che è il guadagno, la possibilità. Ed è ancora più curioso che un quotidiano di Londra pubblichi un articolo sul trend schizofrenico degli acquisti a rate degli italiani: telefoni, viaggi... gli status symbol
Siamo una nazione che vive di oggetti e del loro valore? Cosa ne pensiamo del nostro valore? Grandi menti sono italiane nel mondo, molte scoperte sono nostre, mode e tendenze. Però abitano e si esprimono altrove... Che non si sappia valorizzare più quel che conta?
Devo trovare più argomenti con cui sfottere amicizie lontane, che all'estero non si lavino il culo per mancanza del bidet non è più così attuale...

1 comment:

Macli said...

Io risponderei allo spagnolo e all'inglese che già etichettare un gruppo di persone in base alla nazionalità (per non dire la razza) è segno di superficialità nonchè di poca intelligenza.
Detto questo se per italiano vogliamo prendere il personaggio dei programmi della DeFilippi, sì, allora divento razzista anche io.
Grazie a Dio però gli italiani sono altri e questi si fanno il mazzo come tutti, mangiano m***a come tutti sul lavoro, si tolgono piccole ed effimere soddisfazioni economiche come tutti, spagnoli e inglesi compresi.
Con una differenza...c'è una caratteristica che forse davvero, stereotipi a parte, è tipica del nostro Paese: il sapersi non prendere mai troppo sul serio, l'autoironia, la leggerezza.
Non c'è nulla di più patetico di chi si prende troppo sul serio.

PS: la statistica che gli italiani sono i più depressi l'ha fatta un inglese? Ah ok...