Alla notizia che avrei voluto farmi un piccolo tatuaggio significativo mio padre rispose come sempre: "ce l'hai già, in fronte".
Alla notizia che era stato lui, il tatuaggio, a cercare me e non viceversa perchè innamorata prima del significato e del periodo che sto vivendo e poi del poterlo avere sulla mia pelle... rispose come sempre: "cosa scrivi? scantanadoor?".
Ecco, scantanadoor o scanteeeet è il "feeer mia la sciòca" in parmigiano.
Sentirlo dire da lui ancora una volta mi riporta all'adolescenza, se non all'infanzia, quando ogni mio tentativo di creatività riceveva come risposta "feeer mia la sciòca".
Quando a 9 anni gli chiesi se potevo abitare nella casa di legno costruita nei campi dietro casa e mi disse che di notte giravano le volpi e mi avrebbero spaventato, quando a 13 anni si accorse che mangiavo di nascosto un quantitativo di zucchero pari a quello prodotto da una pasticceria in 1 anno, quando a 16 anni mi beccò a fumare sul tetto di casa in costume da bagno mentre cercavo i raggi migliori del sole, quando a 20 anni tornavo a casa per lavarmi i denti e dormire 3 ore per poi riuscire...
A 30 mi ritrovo ancora in balia di un suo giudizio su un qualcosa che vada un pò fuori dalle righe, non più dipendente, cosciente dei suoi limiti conservatori e del suo volermi vedere e sentire sempre "in linea" con gli usi e costumi della società.
Ma questo tatuaggio Papà "sà da fà", immagina come sarò bella a 70 anni al mercato a comprare la frutta con un pel pezzetto di pelle rattrappita e cadente in mostra sotto un sole non così caldo come quello sul tetto.
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