Friday, April 20, 2012

Basta

Come liberarmi dalle dipendenze che danno assuefazione? Tutte quelle piccole gestualità che inconsciamente facciamo ogni giorno, dal primo momento della nostra veglia sul mondo, con l'unica finalità di non sentire il vuoto che abbiamo dentro o, forse peggio, il dolore.
"I cazzi degli altri" sono una delle prime dipendenze: accendere l'iphone e leggere cosa sarà mai successo dal momento in cui ti sei addormentato ad ora ai tuoi amici più cari e non solo. Commentare e aggiungere un like ad ogni minima cosa che sia più entusiasmante della piatta normalità.
"Le tue infinite capacità", o meglio fotografare e dimostrare alla tua community quante cose tu sappia fare, dalla cucina al ricamo, linkare i tuoi interessi più strani e far sapere che non solo "ci sei" ma fai anche "più degli altri".
"I cazzi tuoi", si perché vuoi che se li facciano, l'importante è che se ne parli. Posti ogni singolo locale, città, luogo in cui ti trovi per mostrare che sai essere ovunque (tranne, nel peggiore dei casi, dentro di te). 
Tutto questo non esiste più. 
Non voglio sapere dove sia Charlie, non mi interessa cosa stia cucinando la Teresa, non ho voglia di vedere le foto delle vacanze di Tom e Jerry in Giamaica. Voglio svegliarmi, preparare il mio thé, portare fuori il cane, andare al lavoro e cercare di alienarmi il meno possibile, non fotografare il mio pranzo davanti al pc portatile in ufficio per mostrare quanto sia "sfigata" nel non riuscire nemmeno a trovare una mezzora per pranzare come un essere umano (gli animali quando mangiano fanno solo quello, in questo sono migliori). Non voglio comunicare al mondo "finalmente fuori dall'ufficio e jogging", voglio tornare a casa e farlo. Voglio preparare una gustosa e sana cena, guardarmi un film, uscire con gli amici, leggere prima di addormentarmi. E non voglio che nessuno lo sappia, se non chi vive queste cose con me.


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