In effetti non avrei mai immaginato di incontrare, al mio arrivo a Portovenere, un pullman pieno di turisti giapponesi con guida al seguito. E proprio il 9 agosto 2009, data in cui, esattamente un anno fa, io arrivavo, stravolta da non poche ore di volo, a Tokyo, il 9 agosto 2008. Le coincidenze sono la mia fonte principale di sorrisi compiaciuti.
Una soffiata da parte di una collega spezzina, una telefonata supplichevole per avere una camera ed il gioco è fatto: quest’anno si vive l’esperienza del bed&breakfast alla meglio gioventù in pieno centro storico. Via Castellini è stato il centro del mio colorato e caldo mondo durante questi pochi giorni di mare: stupendo carruggio dai colori vivi, passaggio obbligato di turisti e paesani. Qui dormivo, La Locanda; qui facevo la prima colazione con focaccia ligure integrale acquistata al forno di fronte; qui cenavo, Antica Osteria Il Carruggio; qui passeggiavo alla ricerca di quiete prima e dopo l’essermi abbrustolita al sole; qui guardavo ipnotizzata per alcuni istanti, ogni volta che passavo davanti alla porta di ingresso della bottega, la lavorazione artigianale degli zoccoli in legno con zeppa tipici di Portovenere, Bottega Nudo.
Davanti agli occhi, perfino dal terrazzino della camera in cui alloggiavo, il braccio di mare che divide la terraferma dalla Palmaria. Quest’isolotto quasi selvaggio, che si raggiunge in pochi minuti di barca dal molo Doria, è un paradiso per gli amanti della tintarella: sole cocente che non si percepisce quasi mai grazie al vento fresco che attraversa il canale tra l’isola e la terraferma. Prendere il sole e non accorgersene. Prendere il sole e non sudare. Prendere il sole ed ustionarsi perfino le labbra, dopo aver pensato di mettersi sul lettino in una posizione comoda che permettesse di dormire un po’.
C’è una grotta dedicata al poeta Byron sugli scogli a ridosso del castello e della chiesa di San Pietro: dicono che il poeta fosse un provetto nuotatore e che fosse riuscito nel suo intento, nuotare dagli scogli di Portovenere fino a Lerici. Dicono, anche, che proprio Portovenere, la sua atmosfera ed i suoi tramonti, gli abbiano ispirato numerose poesie. Non fatico a crederci, io stessa sono stata ispirata a poche ma intense riflessioni. Vivere quei pochi giorni è stato, per me, come vivere una poesia vivente. La mia.
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