Martedì 21 luglio ero a Milano per l’apertura autunno\inverno 2009 del nostro (si, mi immedesimo nel corporate aziendale perfettamente) punto vendita in Corso Vittorio Emanuele. Nel frattempo ricevevo aggiornamenti sulla Vogue Fashion's Night Out del 10 settembre: Milano, Parigi, New York, Tokyo si trasformeranno all’unisono in città da notti bianche. Negozi aperti con gifts speciali, creati per l’occasione, limited editions per festeggiare i 50 anni di Vogue nel mondo. Fashion addicted di tutto il mondo unitevi: ciò che ogni griffe avrà creato per quella serata sarà venduto solo quella notte e mai più.
Martedì 28 luglio ero a Catania per la stessa apertura nel punto vendita di Siracusa – Ortigia. In Sicilia, al tavolo di una cena informale, i discorsi sono altri, per fortuna. Intossicata da pessimi discorsi gonfiati e pessimo cibo in 3 giorni a Milano, volare alle pendici dell’Etna è quasi una liberazione.
È fisiologico, ormai, per me, acquistare 1 chilo in pochi giorni qui: involtini di pesce spada per cena, granita alla mandorla macchiata al caffè dopo pranzo, gelato pistacchio e noce per spuntino a metà pomeriggio, cannolo siciliano per spuntino a metà mattina. Come se fosse un nuovo regime alimentare. Col risultato di zip difficili da chiudere e giorni di purificazione obbligatori al rientro.
A tavola si parla di tutto in Sicilia tranne che di fuffa. Juanito, siciliano d.o.c. (non so però quanto sia controllata la sua origine in quanto dice di essere nato in Olanda da madre olandese e padre siciliano), ha rievocato, per noi commensali del nord, tutti e tre gli atti de Il Padrino, descrivendo per ogni scena clou il luogo in cui furono girate in Sicilia.
Narra che ne Il Padrino – atto I, un giovane Al Pacino si aggiri all’interno di un bar, luogo di incontro con altri scagnozzi per parlare d’affari. La scenografia: nulla di più reale. Era il bar Vitelli, ancora oggi in piena attività a Savoca. Chiunque passi nelle vicinanze di Savoca si ferma per consumare un caffè nel medesimo luogo dove fu girata quella scena, che gli anziani proprietari han voluto mantenere esattamente come nel film (locale alquanto rustico e spartano, ma, dicono, di un certo impatto). Purtroppo, questa volta, non dovevo (potevo) passare nelle vicinanze di Savoca.
Lunedì 1 agosto, casa mia. Dove vado in vacanza? Quest’anno STO. Nessun ulteriore stress da partenza. Quest’anno faccio la trendy anche nel privato, seguo la tendenza dell’estate 2009: staycation.
I libri che non ho ancora letto, qualche dvd, qualche film perso durante l’inverno e la primavera visto sotto le stelle in qualche arena estiva in città, niente sveglia, niente programmi se non quello che desidero fare al risveglio. Qualche fuga con chi si ama al mare o in montagna. Il dolcefarniente. Anzi, come scrive una mia cara collega in un sms vacanziero “Alle, ho ridotto la mia vita alle funzioni vitali: mangio, dormo, trombo”. Liberare pian piano la testa da tutto ciò che ci facciamo appartenere per lavoro, per dovere, per circostanze diverse. Ma che forse realmente non ci appartiene. Spogliarsi da ogni abito e maschera che non sia il nostro sorriso ed i nostri occhi gonfi, ma non per poco dormire o per troppe ore davanti allo schermo del pc, ma per troppe ore di sonno. Crearsi un po’ di vuoto mentale per riempirlo di ossigeno.
Quindi, ai più che già da fine maggio non fanno altro che chiedermi “e le ferie? Dove vai di bello?” Risposta: “DI BELLO STO A CASA MIA, vado via tutto il resto dell’anno”.
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