Rimasi stupita, mesi fa, davanti ad un’intervista al cantante dei Placebo, in cui affermava l’importanza, per un boy band, di essere sempre più stylish ed avere un taglio di capelli più trendy dei propri fans. Il primo mio più intimo commento fu “che sfigato”, ma poco tempo dopo mi dovetti ricredere.
“Fan per caso” è l’etichetta che decidi di appiopparti quando accompagni qualcuno ad un concerto nel quale verranno suonate e cantate quasi 30 canzoni di cui non ne conosci nemmeno un decimo. Quando decidi “si, non son male questi qui” e vai, sperando di non annoiarti troppo e non venire punta da troppe zanzare.
Il 18 luglio, ad inizio concerto, poco prima delle 21.30, a Villafranca di Verona ero una fan per caso dei Placebo. Alla fine del concerto ero una fan dei Placebo.
Il castello Scaligero che ha fatto da “contenitore” e da scenografia mi avrà condizionato? Forse, ma dover ammettere di aver provato un’irrefrenabile voglia di correre in mezzo “al pogo” già dopo la seconda canzone, che non conoscevo, di aver ballato come una matta qualsiasi cosa suonassero del nuovo album nonostante non ne conoscessi ancora mezza e di aver cantato a squarciagola quelle poche canzoni storiche che conoscevo, mi fanno una fan a tutti gli effetti. Di un gruppo di gay. Che veste più trendy di me.
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