La settimana scorsa la mia tabella di marcia prevedeva quattro giorni di corso base alle “commesse”, più formalmente e correttamente “responsabili di vendita” (“rdv” per chi rimane sempre sul pezzo), provenienti da tutta Italia, dei nostri (mi sento molto “donna-azienda”) negozi monomarca e corner. Otto ore di corso per quattro giorni sono 32 ore totali, 4 pranzi insieme ed una cena di commiato valgono altre nove ore. Circa 40 ore ravvicinate con molte donne, di differenti età, dai 19 ai 53 anni, differenti origini ed abitudini, differenti generazioni, ma stesse esigenze. Essere ascoltate.
È sorprendente l’alchimia che pian piano si instaura in un gruppo di donne dopo aver rotto il ghiaccio il primo giorno. Dopo i racconti più soft delle prime ore di conoscenza, quelli più hard, dopo un bicchiere di vino a cena, diventano esilaranti dalla mimica e dall’intensità con cui vengono proposti. Le donne amano farsi ascoltare, anche e soprattutto da altre donne. Per far ridere delle loro sventure, per far commuovere per le loro pene, semplicemente per essere per un po’ al centro dell’attenzione.
Anna ha raccontato di quanto fosse stato doloroso separarsi dal marito e rimanere in ottimi rapporti d’amicizia con quest’ultimo per il bene delle due figlie. Rideva della sua incapacità, nonostante gli “anta” ormai passati, di fare le lavatrici: i capi assumono colori diversi ad ogni lavaggio.
Deborah ha confessato di non riuscire ad essere fedele: “sono del segno dei pesci, le donne pesci non sono fedeli, proprio non ce la fò”. Teorizza la soluzione tra moglie e marito: due letti, due stanze, “quando si vuole fare cose uno va nel letto dell’altro, poi ognuno dorme nel suo”. Da farci un pensierino…
Morena mi tempestava di domande, se il mio colore di capelli fosse naturale, sul come ero riuscita a farmi assumere in quel ruolo dall’azienda, sul come facessi a lavorare così tanto ed a “tenermi uno straccio di uomo”. Semplice, “posto giusto al momento giusto” (detta botta di culo) e “lui lavora quanto me, non sono l’unica stacanovista” (seguito da sorriso finto, conscia del vedere il proprio uomo troppo poco per causa mia e non di entrambi).
La palestra è una buona alternativa al sesso per sfogare lo stress quotidiano del lavoro: “se si ha la materia prima a casa è inutile andare in palestra e perdere tempo. Molto meglio lo sport insieme”.
Mi sto invaghendo delle donne, vederle sempre più da vicino e sempre così diverse fra loro mi da fiducia nel prossimo-rosa: stiamo diventando un’ottima squadra. La solidarietà e la complicità femminile esiste, dove non c’è superficialità ed invidia.
È sorprendente l’alchimia che pian piano si instaura in un gruppo di donne dopo aver rotto il ghiaccio il primo giorno. Dopo i racconti più soft delle prime ore di conoscenza, quelli più hard, dopo un bicchiere di vino a cena, diventano esilaranti dalla mimica e dall’intensità con cui vengono proposti. Le donne amano farsi ascoltare, anche e soprattutto da altre donne. Per far ridere delle loro sventure, per far commuovere per le loro pene, semplicemente per essere per un po’ al centro dell’attenzione.
Anna ha raccontato di quanto fosse stato doloroso separarsi dal marito e rimanere in ottimi rapporti d’amicizia con quest’ultimo per il bene delle due figlie. Rideva della sua incapacità, nonostante gli “anta” ormai passati, di fare le lavatrici: i capi assumono colori diversi ad ogni lavaggio.
Deborah ha confessato di non riuscire ad essere fedele: “sono del segno dei pesci, le donne pesci non sono fedeli, proprio non ce la fò”. Teorizza la soluzione tra moglie e marito: due letti, due stanze, “quando si vuole fare cose uno va nel letto dell’altro, poi ognuno dorme nel suo”. Da farci un pensierino…
Morena mi tempestava di domande, se il mio colore di capelli fosse naturale, sul come ero riuscita a farmi assumere in quel ruolo dall’azienda, sul come facessi a lavorare così tanto ed a “tenermi uno straccio di uomo”. Semplice, “posto giusto al momento giusto” (detta botta di culo) e “lui lavora quanto me, non sono l’unica stacanovista” (seguito da sorriso finto, conscia del vedere il proprio uomo troppo poco per causa mia e non di entrambi).
La palestra è una buona alternativa al sesso per sfogare lo stress quotidiano del lavoro: “se si ha la materia prima a casa è inutile andare in palestra e perdere tempo. Molto meglio lo sport insieme”.
Mi sto invaghendo delle donne, vederle sempre più da vicino e sempre così diverse fra loro mi da fiducia nel prossimo-rosa: stiamo diventando un’ottima squadra. La solidarietà e la complicità femminile esiste, dove non c’è superficialità ed invidia.
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