Un tardo pomeriggio già buio, umido. Di una domenica come
tante, quando avresti voglia SOLO di tepore, un buon libro e qualcosina di “liffo”.
Dopo aver divorato La Psichiatra di Dorn Wulf, uno dei pochi
libri ad avermi fatto venire l’ansia di finirlo, provocando ritardi nel
preparare la cena mentre qualcuno aspettava affamato, continue interruzioni alla
lettura altrui con personali commenti, assenza momentanea durante il lungo week
end, decido di andare al cinema.
Scelgo Viva L’Italia di Massimiliano Bruno. Perché nel cast
c’è Raoul Bova (mio secondo futuro marito) e Michele Placido (per me uno dei
migliori attori della commedia italiana).
Divertente ma molto amaro. Inutile dire che sono riuscita a
piangere anche alla visione di una commedia mezza comica ma dalle fondamenta
solide e tristemente reali.
La storia è quella della nostra Italia, raccontata
attraverso le vicende di un politico che dopo un malore perde i freni inibitori
e non riesce più a mentire.
La verità fa male, ripete una voce narrante che altro non è
che l’attore di Martellone della serie Boris.
Avevo voglia di ridere, mi sono commossa comunque. E so
anche il perché.
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