Sunday, August 14, 2011

I am

La nostra famiglia era una caricatura alla Botero. Non perchè fossimo troppo in carne, mia madre e mio padre sono sempre stati in forma senza nessuno sforzo. Io non potevo dire altrettanto: sforzi molti per limitare una "panza" enorme che mi cresceva al ritmo del dolcetto in più. La caricatura di Botero a tavola e nella vita smise di esistere 12 anni fa perchè ormai il mio corpo più femminile e aggraziato era più longilineo e perchè ogni componente della famiglia era un essere a sè stante: ognuno formava la sua famiglia da solo aspettando gli eventuali addendi della cosiddetta "famiglia allargata".

Nel salotto dove Botero diede vita alla sua famiglia, il salotto dove non ci eravamo quasi mai riuniti se non per le "feste comandate", ieri sera quella famiglia spezzettata si è riunita a tavola. Una tavola un pò nervosa (i fuochi d'artificio sarebbero potuti scoppiare da un momento all'altro), a tratti silenziosa, ma genuina e originaria, come doveva essere. Io, il Mario e la Vince. Anzi no, io e i miei genitori... questo dannato vizio che non mi hanno mai tolto di chiamarli per nome! 
Ed il quarto commensale, non l'invitato, ma chi aveva semplicemente pensato e detto "perchè non ceniamo con i tuoi insieme?" sapendo che erano 12 anni che ripetevo ogni singola informazione che mi riguardasse 2 volte, prima all'uno poi all'altro, che inviavo 2 cartoline identiche con scritte le stesse cose ovunque andassi, che compravo gli stessi regali per entrambi.

Quel sudato e forse maleodorante "corridore della domenica" che vedo arrivare dal terrazzo, col mio ipod alle orecchie, ha avuto l'input per realizzare un semplice miracolo che non è altro che un inizio di dialogo, un modo per non ripetere le cose sempre due volte. Una cena per comunicare solamente che ci siamo, ognuno per l'altro.

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