Friday, August 26, 2011

Stamattina qualcuno mi ha fatto leggere....

18 precetti del Dalai Lama

1) Tieni sempre conto del fatto che un grande amore e dei grandi
risultati comportano un grande rischio.

2) Quando perdi, non perdere la lezione.

3) Segui sempre le 3 "R": Rispetto per te stesso, Rispetto per gli
altri, Responsabilità per le tue azioni.

4) Ricorda che non ottenere quel che si vuole può essere talvolta un
meraviglioso colpo di fortuna.

5) Impara le regole, affinché tu possa infrangerle in modo appropriato.

6) Non permettere che una piccola disputa danneggi una grande amicizia.

7) Quando ti accorgi di aver commesso un errore, fai immediatamente
qualcosa per correggerlo.

8) Trascorri un po' di tempo da solo ogni giorno.

9) Apri le braccia al cambiamento, ma non lasciar andare i tuoi valori.

10) Ricorda che talvolta il silenzio è la migliore risposta.

11) Vivi una buona, onorevole vita, di modo che, quando ci ripenserai
da vecchio, potrai godertela una seconda volta.

12) Un'atmosfera amorevole nella tua casa dev'essere il fondamento
della tua vita.

13) Quando ti trovi in disaccordo con le persone a te care, affronta
soltanto il problema attuale, senza tirare in ballo il passato.

14) Condividi la tua conoscenza. E' un modo di raggiungere l'immortalità.

15) Sii gentile con la Terra.

16) Almeno una volta l'anno, vai in un posto dove non sei mai stato prima.

17) Ricorda che il miglior rapporto è quello in cui ci si ama di più
di quanto si abbia bisogno l'uno dell'altro.

18) Giudica il tuo successo in relazione a ciò a cui hai dovuto
rinunciare per ottenerlo.

Bonjour!











Wednesday, August 24, 2011

At last OUR life

Viviamo momenti coccolati da una colonna sonora, forse solo nella nostra mente o anche nella mente di chi c'è accanto in quel momento, che esternamente non si sente. Le orecchie di altri non percepiscono.
Ieri sera, mentre ero distesa accanto a te, la mia colonna sonora era "your hand in my", Explosion in the sky. E sono quasi certa che nonostante tu non conosca la canzone la melodia che avevi in testa era molto simile. Ho gusti musicali un pò "strani"....è stata la prima cosa che mi dicesti quando mi hai conosciuta.

Ammetto le mie intenzioni libidinose, avvinghiarmi a te solo in intimo di pizzo le ha rese molto palesi. Ma devo consegnare un premio speciale al primo uomo in questo universo che mi dice con una mano sul sedere mentre me lo accarezza: "stasera parliamo, ho bisogno di dirti alcune cose e sentire cosa ne pensi".
Il premio UOMO INTROVABILE va a "sei bellissima e desiderabilissima, non prendertela, ma stasera parliamo" che dopo mezz'ora si trasforma in UOMO QUASI TROVABILE "eh, va beh, adesso mi dai un bacio?!?".

Introvabile, trovabile, TROVATO. Spesso rifaccio l'elenco delle idee allucinanti che partorivo tutte le volte che avrei voluto riaverti, quella finta solitudine che vivevo perchè dentro c'eri sempre. Ti avrei voluto anche fuori. 
Ri-vivere quello che avremmo potuto fare, dire.... "ti ricordi?" non ha senso se alla fine riusciremo ad avere una piccola meravigliosa vittoria: AT LAST OUR LIFE.

Monday, August 22, 2011

L'invitation au voyage



Mon enfant, ma soeur,

Songe à la douceur
D'aller là-bas vivre ensemble!
Aimer à loisir,
Aimer et mourir
Au pays qui te ressemble!
Les soleils mouillés
De ces ciels brouillés
Pour mon esprit ont les charmes
Si mystérieux
De tes traîtres yeux,
Brillant à travers leurs larmes.

Là, tout n'est qu'ordre et beautè,
Luxe, calme et voluptè.

Des meubles luisants,
Polis par les ans,
Décoreraient notre chambre;
Les plus rares fleurs
Mêlant leurs odeurs
Aux vagues senteurs de l'ambre,
Les riches plafonds,
Les miroirs profonds,
La splendeur orientale,
Tout y parlerait
À l'âme en secret
Sa douce langue natale.

Là, tout n'est qu'ordre et beautè,
Luxe, calme et voluptè.

Vois sur ces canaux
Dormir ces vaisseaux
Dont l'humeur est vagabonde;
C'est pour assouvir
Ton moindre désir
Qu'ils viennent du bout du monde.
- Les soleils couchants
Revêtent les champs,
Les canaux, la ville entière,
D'hyacinthe et d'or;
Le monde s'endort
Dans une chaude lumière.

Là, tout n'est qu'ordre et beautè,
Luxe, calme et voluptè.


Charles Boudelaire

Sunday, August 14, 2011

Quello che dice la "gente"

"Ci sono cazzi che non verrai mai a sapere, per tutto il resto c'è Facebook", recita una t-shirt vista in una bancarella ad Otranto. In realtà, "tutti quei cazzi che non verrai mai a sapere" sono il perno delle giornate in spiaggia, al mare.
"Quei cazzi"che non verresti mai a sapere a meno che il tuo asciugamano sia piazzato di fianco alle famiglie giuste, quelle dal tono di voce più alto, dai problemi di comunicazione più gravi, dalle vite più intense. Le spiagge più belle del sud Italia durante il mese di agosto sono meglio di una puntata di "S.O.S. TATA" su La7 o qualsiasi altra trasmissione pomeridiana settimanale sulle storie più interessanti (e strazianti) da mettere in piazza. 
La coppia che non parla per quasi tutto il giorno vi farà sentire la coppia più affiatata del mondo.
Il bambino di 6 mesi in spiaggia alle 2 del pomeriggio vi farà venire la tentazione di chiamare Telefono Azzurro.
La famiglia numerosa, 5 figli ed anche i nonni, che mangia l'insalata di pasta fredda "che è leggera" e la parmigiana di melanzane "che è più sostanziosa per nuotare", sotto l'ombrellone, vi faranno amare l'Italia ed il vostro essere italiani.
Le amicizie fra famiglie che nascono perchè vicine di ombrellone daranno il meglio per i vostri "ascoltini": ognuno racconta il meglio della sua realtà, si re-inventa con un vestito ed una maschera che sembrano più decorosi da raccontare e raccontarSI.

Ed io, senza un ombrellone, ma armata di libri, un olio solare, un Vanity Fair, un uomo che odia prendere il sole per troppo tempo sempre nella stessa posizione, una fetta di pane pugliese con un fico maturo... ascolto e mangio quel fico, mettendo in scena anche la mia realtà chiedendo all'uomo che odia prendere il sole con cosa condiremo le friselle stasera e se fosse il caso di fermarsi a prendere un pò di macinato per preparare la torta di carne.

I am

La nostra famiglia era una caricatura alla Botero. Non perchè fossimo troppo in carne, mia madre e mio padre sono sempre stati in forma senza nessuno sforzo. Io non potevo dire altrettanto: sforzi molti per limitare una "panza" enorme che mi cresceva al ritmo del dolcetto in più. La caricatura di Botero a tavola e nella vita smise di esistere 12 anni fa perchè ormai il mio corpo più femminile e aggraziato era più longilineo e perchè ogni componente della famiglia era un essere a sè stante: ognuno formava la sua famiglia da solo aspettando gli eventuali addendi della cosiddetta "famiglia allargata".

Nel salotto dove Botero diede vita alla sua famiglia, il salotto dove non ci eravamo quasi mai riuniti se non per le "feste comandate", ieri sera quella famiglia spezzettata si è riunita a tavola. Una tavola un pò nervosa (i fuochi d'artificio sarebbero potuti scoppiare da un momento all'altro), a tratti silenziosa, ma genuina e originaria, come doveva essere. Io, il Mario e la Vince. Anzi no, io e i miei genitori... questo dannato vizio che non mi hanno mai tolto di chiamarli per nome! 
Ed il quarto commensale, non l'invitato, ma chi aveva semplicemente pensato e detto "perchè non ceniamo con i tuoi insieme?" sapendo che erano 12 anni che ripetevo ogni singola informazione che mi riguardasse 2 volte, prima all'uno poi all'altro, che inviavo 2 cartoline identiche con scritte le stesse cose ovunque andassi, che compravo gli stessi regali per entrambi.

Quel sudato e forse maleodorante "corridore della domenica" che vedo arrivare dal terrazzo, col mio ipod alle orecchie, ha avuto l'input per realizzare un semplice miracolo che non è altro che un inizio di dialogo, un modo per non ripetere le cose sempre due volte. Una cena per comunicare solamente che ci siamo, ognuno per l'altro.

Wednesday, August 3, 2011

Nessun fantasma

Quest'anno, questa volta, la sera del mio compleanno non è venuto nessun fantasma. A dirmi una parola di saluto, finto incoraggiamento, nostalgia.
Quest'anno la sera del mio ventinovesimo compleanno ero sola con l'uomo che ho rincorso da una vita, da sempre. E potrei anche azzardare un suo rincorrermi a velocità doppia, da poco meno di sempre.
Ci vuole una buona dose di testardaggine, di sfiga, di orgoglio per convincersi a percorrere quella strada "giusta" che poi dovevano essere due, diverse, ben distinte. Ci vuole una buona dose di voglia e di energia per andare ovunque nel mondo tranne nei posti che ti avrebbero ricordato che quella strada "giusta" era una TUA idea.
Ci vuole una buona dose di amore e di coraggio per fare in modo che la sera stessa del mio ventinovesino compleanno io mi trovassi nel posto che casualmente, durante una cena tra colleghi, avevo decantanto come il luogo in cui avrei voluto cenare con l'uomo che non avrei mai dimenticato. Nessuna informazione filtrata. 

E quei due scalini in marmo bianco, a Polignano a Mare, a pochi metri da quel luogo. Lui che mi ferma prendendomi per un braccio mentre camminavamo a passo veloce tra i vicoli, mi fa sedere e mi dice che gli farebbe piacere se quella sera mangiassimo qualsosa insieme, lì vicino. Lì vicino dove, chiedo, come se mi importasse qualcosa. In un posto che ti piacerà, fidati. 

E quel posto era dentro la Grotta Palazzese, quel sogno romantico di cui sentivo parlare da troppo tempo.
Vivere momenti che mi sembravano la vita di qualcun'altra, proprio io che non avevo mai fantasticato sulla bellezza di alcuni momenti e la felicità del viverli. Essere dentro uno scenario mozzafiato, anzi, avere qualcuno che avesse voluto buttartici dentro al giusto scenario. 
Guardarsi intorno e respirare un'aria diversa, di qualcosa che arriva, come un treno, che forse si ferma...oddio...speri di non finirci sotto se non si ferma...chissà dove ti porta.
Lui che ordina 2 bicchieri di vino bianco, fermo. Ancora tutto perfetto, seduti al tavolino del bar a strapiombo sul mare. 
Parte la canzone giusta, quella che non può essere un caso. Ed i peli mi si rizzano, anche se non li avevo...
Sorseggio quell'ottimo vino, i suoi occhi mi spaventano... troppo agitato e commosso per una cena in un bel posto... Devo respirare ed accettare che quel treno si stia fermando.

La stazione è dentro una scatola bianca, che estrae molto lentamente. La appoggia sul tavolo. E' la scatola di una gioielleria, sono in trance ma ancora lucida e donna. 
La apro, è un bellissimo anello, anzi, più un diamante che un anello vista la grandezza.
Non ho il coraggio di mettermelo, non so cosa voglia dire mettermelo. Non avrei voglia di rispondere a nulla di già sentito...forse non avrei voglia di parlare. "Fallo tu" gli imploro in silenzio.
"Io non voglio chiederti nulla oggi, ora... voglio solo dirti che il mio futuro sei tu e che la devi smettere di sbagliare strada".