Saturday, June 6, 2009

La verità la sanno quelli come Walter Bishop


Lunedì 1 giugno non ha smesso un attimo di piovere. Nemmeno a Riccione, nemmeno “a casa del sole, mare, piadina”. Nemmeno all’hotel Margareth.
Ho trascorso due giorni di relax al mare, peccato il poco sole e la tanta acqua.
Lunedì 1 giugno è scomparso un aereo con a bordo 228 persone, decollato da Rio de Janeiro diretto a Parigi. In pieno Oceano Atlantico si sono perse le tracce del velivolo e non si sono, ancora ad oggi mentre scrivo, ritrovati resti del disastro, né vittime né rottami. L’aereo è, comunque si voglia descrivere l’accaduto, scomparso.
Tutto ciò mi ha sconvolto e coinvolto fin da subito, per la mia dannata paura di volare (suona come un marinaio che ha paura dell’acqua e di nuotare, visto che ho sempre volato tanto e sempre senza aiuto di calmanti, FIN’ORA) e per la mia passione in tutto ciò che è mistero e paranormale.
Si, perché si tratta di qualcosa di misterioso e che ha, nelle sue vere cause e spiegazioni, qualcosa di paranormale.
Ancora una volta, spiegazioni ufficiali da creare, inventare, o troppo banali o troppo assurde, per nascondere una verità troppo scomoda, troppo difficile da “credere” e da digerire. Un’apparente serenità collettiva da preservare.
La visione del telefilm americano Fringe cambia molti punti di vista. Conoscere Walter Bishop crea in voi stessi la dannata voglia di dare una spiegazione scientifica a tutto, anche all’assurdo.
Si dice che buona parte del materiale per la sceneggiatura della serie sia reale, non inventato ed accaduto.
Lo scienziato Bishop avrebbe già risolto il caso: esiste una dimensione parallela alla nostra a cui è possibile accedere difficilmente. Per accedere alla realtà parallela si dovrebbe creare un varco temporale, una sorta di buco “bianco” in cui entrare, generabile nell’atmosfera grazie a particolari condizioni meteorologiche, una certa densità delle particelle nell’aria e quant’altro. Qualsiasi cosa venga risucchiata dal “buco bianco” viene trasferita nella dimensione parallela. Scientificamente è stato provato che le correnti atmosferiche generate sul famoso triangolo delle Bermuda possano essere efficaci nell’apertura di un “varco dimensionale”. Aerei e imbarcazioni svaniscono da sempre senza lasciare tracce proprio nell’area del triangolo delle Bermuda.
Un temporale, vento o qualsiasi altra condizione atmosferica\meteorologica potrebbe aver causato l’apertura di un “buco bianco” e la segnalazione automatica inviata dall’aereo potrebbe essere stata innescata da un improvviso sbalzo elettrico ed energetico del velivolo e dell’atmosfera in cui si stava addentrando.
Un grosso lampo di luce bianca è stato visto circa nel momento dell’effettiva scomparsa da un pilota su un altro velivolo che percorreva la stessa tratta.

2 comments:

Anonymous said...

cara la mia nani, la tua teoria nn fà una piega!
anche io credo in un mondo parallelo, certa gente e certe situazioni a volte seppur reali e tangibili ti fanno pensare che esista.
in questo mondo parallelo mi vedo felice e serena..... ma sempre con te come la mia nani!

@llefer said...

Ma io e te Filo siamo nella stessa dimensione, quella sbagliata però, quella fuori dall'ordinario...