Ho visto poche settimane fa un film di cui sentivo parlare da tempo: "into the wild". L'impatto non è stato così forte come lo era stato per le persone con cui ne ho discusso prima e dopo la visione. Perchè comprendo e capisco molto le intenzioni ed i fatti del protagonista. Tutto non può essere spiegato, almeno per una volta, con "that's a movie, not life", perchè il film racconta una storia vera.
Forse è ciò che mi piacerebbe fare ogni tanto ma non avrei il coraggio di fare. O forse è ciò che faccio tutte le volte che spengo il telefono per interi giorni vagando fra parchi, strade, prati e discorsi. Lo faccio a modo mio. E secondo il tempo in cui vivo.
Oggi noto sul sito della rete televisiva d'informazione "più conosciuta e capace al mondo" un forte stupore nel venire a conoscenza di tribù completamente all'oscuro di ciò che è il mondo post-contemporaneo, cioè noi.
Foto aeree mostrano una tribù indigena in Amazzonia che, riporta la CNN, non ha mai avuto contatti con nessun essere vivente umano non appartenente alla loro cerchia.
Io non mi stupisco dell'esistenza, ancora oggi, di gruppi di persone che conducono una vita completamente dedita a ciò che non è artificiale, a ciò che loro vogliono (riescono a) creare, a ciò che è, anzi era, la Terra.
Non mi stupisco che ci siano "persone comuni nel mondo globalizzato" che se ne stupiscano: attenti a non "contaminarli", vorrebbero studiarli come degli animali rari, prestando attenzione a non farli estinguere.
Mi stupisco, invece, che non si capisca di aver fotografato chi non conosce sofferenza mentale, ma solo quella fisica, probabilmente più intensa della nostra, chi vive di valori elementari per i quali, si dice, si è stati creati per riprodurci. Persone che vivono come all'inizio SI DOVEVA E POTEVA vivere su questo pianeta.
Mi infastidisce questo finto interesse altruista, quando invece è solo scientifico, di studio, per capire come noi eravamo all'inizio. Perchè noi siamo fallaci e falsi. Allora cosa ce ne facciamo del sapere come vivevano i VERI uomini millenni fa, se poi facciamo di tutto per metterla nel culo al collega della scrivania accanto?
Forse è ciò che mi piacerebbe fare ogni tanto ma non avrei il coraggio di fare. O forse è ciò che faccio tutte le volte che spengo il telefono per interi giorni vagando fra parchi, strade, prati e discorsi. Lo faccio a modo mio. E secondo il tempo in cui vivo.
Oggi noto sul sito della rete televisiva d'informazione "più conosciuta e capace al mondo" un forte stupore nel venire a conoscenza di tribù completamente all'oscuro di ciò che è il mondo post-contemporaneo, cioè noi.
Foto aeree mostrano una tribù indigena in Amazzonia che, riporta la CNN, non ha mai avuto contatti con nessun essere vivente umano non appartenente alla loro cerchia.
Io non mi stupisco dell'esistenza, ancora oggi, di gruppi di persone che conducono una vita completamente dedita a ciò che non è artificiale, a ciò che loro vogliono (riescono a) creare, a ciò che è, anzi era, la Terra.
Non mi stupisco che ci siano "persone comuni nel mondo globalizzato" che se ne stupiscano: attenti a non "contaminarli", vorrebbero studiarli come degli animali rari, prestando attenzione a non farli estinguere.
Mi stupisco, invece, che non si capisca di aver fotografato chi non conosce sofferenza mentale, ma solo quella fisica, probabilmente più intensa della nostra, chi vive di valori elementari per i quali, si dice, si è stati creati per riprodurci. Persone che vivono come all'inizio SI DOVEVA E POTEVA vivere su questo pianeta.
Mi infastidisce questo finto interesse altruista, quando invece è solo scientifico, di studio, per capire come noi eravamo all'inizio. Perchè noi siamo fallaci e falsi. Allora cosa ce ne facciamo del sapere come vivevano i VERI uomini millenni fa, se poi facciamo di tutto per metterla nel culo al collega della scrivania accanto?
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