All'inizio del mio trentesimo anno di età, tutte le mie routine non esistono più.
Non esiste più il vestirmi sexy la sera del 31 dicembre per una serata a due: non serve. Essere "aggredita" in calzettoni di lana e ciabattone raffiguranti il nano Cucciolo. "Ma sono anti-stupro" pensavo, "si ma eri a gambe nude". Quindi, ha ragione la mia estetista che consiglia di essere sempre depilate completamente e che due gambe sottili e toniche fanno più danni del Viagra.
Non esiste più il count-down su un canale televisivo (normalmente rai1) per non perdere un secondo del brindisi. Non serve. Giacere estasiati sul divano intrecciati come dei lombrichi sotto terra e non avere idea di che ora sia. Dirsi "buon anno Maiale" solo perchè fuori impazzano i fuochi d'artificio....e forse non eravamo ancora nel nuovo anno. E non fare nessun brindisi fisico, ma farne di continuo col cuore.
Non esiste più il guardare un film il pomeriggio del primo giorno dell'anno. Non serve. L'incastro perfetto è fare quello che ci rappresenta: io con un libro di 700 pagine in mano sul divano, tu con la testa appoggiata alle mie gambe e l'ipad (e gli orgasmi multipli che il nuovo arrivato della Apple ti causa).
Andare a ripescare le prime e-mail che ci siamo scritti anni fa, "per affari", quando ancora non avevamo idea di come fosse fisicamente l'altro e del perchè scrivessimo di tutto tranne di quello per cui ci eravamo incontrati. Difficile rileggere le mie parole, alquanto sulle mie e con una grave allergia ai legami in quel momento. Tu che mi chiedevi qualsiasi cosa mi riguardasse, come se fosse importante sapere se facevo sport, se amavo i cani, se sapevo cucinare, se amavo viaggiare...
Non esiste più il pranzo dai miei\tuoi il primo dell'anno. Dai nessuno. Si pranza all'ora che si vuole e dopo il concerto del primo dell'anno su rai1. Soli, continuando a raccontarsi.
Ecco, solo questa routine è rimasta. Il concerto di musica classica del 1 gennaio. E qualche lacrima di commozione (e chiamasi felicità).
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