Su una tibia, Ishiyama aveva ancora la cicatrice di una ferita che si era fatto da piccolo, giocando in un prato. Una ferita color ruggine, piccola ma profonda, fino all'osso. Quella volta, le aveva raccontato, mettendo un piede in fallo era caduto sul filo spinato e una punta gli si era conficcata così a fondo che estraendola aveva sentito un male tremendo. Kasumi gli carezzò con dolcezza la cicatrice, piena di compassione per Ishiyama bambino, chissà che dolore aveva provato, gli disse. Aveva pianto, infischiandosene della figura che faceva? Oppure aveva stretto i denti senza farne parola nemmeno con gli amici? Amare un uomo significava anche provare a immaginarlo in ogni momento e in tante situazioni diverse. Se avesse conosciuto Ishiyama a quell'epoca, l'avrebbe protetto come il proprio bambino.
Lui, invece, sosteneva di provare interesse unicamente per la Kasumi che aveva davanti in quel momento, solo quello gli piaceva. Veramente non gli importava nulla di sapere com'era prima di incontrarlo? In che modo e perchè era cambiata? Questo per lei era strano, insopportabile. Chissà, forse Ishiyama nutriva il vago sospetto in cuor suo lei rifiutasse il proprio passato. Anche quello era amore? Quando non riusciva a capire cosa gli passasse per la testa, Kasumi finiva col domandarglielo.
"Perchè non ti interessa sapere come ero prima?"
"Perchè mi piaci come sei ora", rispose Ishiyama per l'ennesima volta.
"Pensi che non sia cambiata? Che sia sempre uguale?"
"Non lo penso affatto. La prova è che, quando eri più giovane, non ti trovavo per niente affascinante".
"No, prima. Prima ancora di incontrarmi".
"Non è la stessa cosa?"
"E adesso perchè ti piaccio?"
"Perchè ora ti conosco meglio".
No comments:
Post a Comment