Appese ad una lavagna in sughero in camera da letto, le mie prime foto: 2 immagini in bianco e nero della prima ecografia che fece mia madre nel lontano '82. Puntate in mezzo ad altre immagini, più tarde, che raccontano la mia breve ed intensa storia, un titolo lungimirante di un articolo strappato da qualche mensile modaiolo che avrò letto: IL GENIO PRENDE FORMA. COME VOLARE MENTRE TUTTI CAMMINANO.
Un po' pretenzioso, ma accostare l'immagine di me ancora ignara di tutto e di tutti (anzi, non proprio formata) alle parole PRENDE FORMA, mi sembra, ancora adesso che le riguardo sulla parete, un lampo di follia geniale.
Eh si nota quando ho tempo, tempo per i miei capricci, per guardare con attenzione me stessa nel corso degli anni. Sì, perché le pareti di casa mia sono le mie avventure, le più belle.
Mattino nebbioso, in Val Padana. Colpita come più della metà dei terrestri dall'influenza (non so se A, B o C ma comunque scelgo la busta C, come "col cazzo che vengo al lavoro con la febbre").
Ho cucinato con particolare lentezza e tranquillità la colazione (anche perché non ho tutta questa energia per fare le cose più velocemente), ultimato un libercolo che mi perseguitava da qualche settimana mentre affrontavo i bisogni primari nel mio caldo e familiare bagno, risposto e scritto a qualche e-mail di lavoro (si affaticano a farti credere che nessuno è indispensabile, allora spiegatemi perché dovete inibirmi ancora di più il sistema immunitario anche durante la convalescenza).
Lost in Fashion, di Silvia Paoli. Da leggere solamente nel caso voi siate fashion addicted, desiderose di lavorare nel mondo della moda (vi farà cambiare idea) ed alla ricerca degli ultimi must have delle fashion writers. Consigliato sotto un ombrellone nei mesi estivi, perché fa sorridere ed è alquanto leggero, o durante una sofferente malattia, perché continua a farvi pensare al lavoro anche quando siete sotto le coperte con 38 di febbre…bisogna pur rimanere sul pezzo.
Vorrei capire se il romanzo sia un'autobiografia un po' colorita della nota giornalista caporedattrice moda di Vanity Fair. Interessante, in quanto Irene, la protagonista della storia narrata, trascorre momenti di forte scontro tra corpo e spirito, incerta sul futuro da scegliere: mondo della moda o massaggiatrice?!? Ed io: mondo della moda o piccola narrante\ficcanaso di origini campagnole?!? Credo che la seconda scelta implichi, però, un'ulteriore ricerca: uomo prestante dagli occhi chiari in grado di rendermi felice allungando un po' del Dio denaro (scrivere non renderebbe quanto vorrei)…e non solo (devo pur goderne…).
Scriverò a Silvia Paoli: "Cara Silvia, lavoro in una delle sue aziende moda preferite, nella quale ogni giorno progettiamo e produciamo quei splendidi blazer e cappotti in cachemire di cui lei, scrive, non può fare a meno. Vorrei chiederle, con molto rispetto e discrezione, perché nel libro conclude scegliendo il mondo della moda…ma nella realtà sta seguendo un corso per insegnante di Pilates, dimettendosi dall'incarico al giornale. Forse è bene far sognare le lettrici che la strada percorsa sia, comunque, quella giusta e convincerle che è bene tenere i piedi ben piantati per terra? A tal proposito…compro almeno due paia di scarpe, rigorosamente col tacco, nuove al mese… Crede che questo possa aiutare a tenere i piedi in scarpe sbagliate ma, illudendoci, giuste? Poi ora che è trendy il decollete e sandalo con plateau, ho la falcata ancora più felina e sicura… ma forse nell'ambiente sbagliato".
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