6.45: no, ancora mezz'ora...sposto la sveglia "giorni feriali" sul blackberry alle 7.00. Volevo lavarmi i capelli stamattina, ma chi se ne frega, li legherò in una bella e alta coda liscia. E' anche trendy.
7.00: oddio, non ho più scusanti nè scappatoie. Mi devo alzare...qualche minuto in cui mi sfrego gli occhi, stiracchio e penso a cosa mettermi.
Preparo l'impasto della crepes, accendo il fuoco
lento, verso l'impasto che non deve essere troppo liquido e mi dirigo davanti all'armadio.
Oggi jeans, camicia, golfino...noooo, tacchi oggi no, stivaletti da maschiaccio.
In ufficio bevo tanta acqua, per poter fare tanta "plin plin". Tanta plin plin significa alzarsi spesso, camminare verso la toilette, un lungo corridoio in cui non suonano telefoni, non esplode il panico per un ritardo di mezz'ora nella consegna di un progetto, non senti schiamazzare commenti inutili sulla mise sbagliata di qualche collega. I più ignorano che una faccia intelligente può indossare quello che vuole.
Ti allontani un momento e ti hanno già cercato al telefono. Richiami. Devi preparare una e-mail urgente, lunga quanto la Bibbia, che però di sacro e profetico ha ben poco.
Ed è metà pomeriggio...anche oggi ho mangiato qualche galletta di mais davanti al monitor del pc. Cosa avrei veramente voglia di fare se fossi fuori da queste quattro mura?
E poi ti arriva l'e-mail della collega che deve andare ad una festa e non sa cosa mettersi. Ti lusinga, "scrivo a te Alle perchè hai gran gusto", però ha trascorso le ultime settimane senza nemmeno salutarti (non dico rivolgerti la parola e farti un discorso). Ed è seduta tre scrivanie più in là.
Si dimette una collega storica, in azienda da 14 anni. Un regalo mediamente dispendioso per colmare la mancanza di affetto che metteranno nel salutarla l'ultimo giorno di lavoro.
Ed è sera, esci da questa freddezza e apparenza.
Chiami il mondo per poter infondere affetto e simpatia. Per riceverlo. Esiste anche nella mia vita, non lavorativa.
Peccato che si lavori di più di quanto si faccia l'amore e ci si diverta.
Ma non mi arrendo. Mi sento un eroe a tarda serata, con gli occhi semi-chiusi davanti, ancora una volta, ad uno schermo di un pc, questa volta per scrivere di me e della mia mente . Ad occhi quasi chiusi mi ostino a leggere qualche pagina del libro che poggia sul mio comodino, dopo aver corso per 4 km sul tapis roulant. Poi anche gli eroi crollano, spesso senza farsi nemmeno la doccia.
Va beh, domani mattina mi alzerò prima, così mi lavo i capelli.
7.00: oddio, non ho più scusanti nè scappatoie. Mi devo alzare...qualche minuto in cui mi sfrego gli occhi, stiracchio e penso a cosa mettermi.
Preparo l'impasto della crepes, accendo il fuoco
lento, verso l'impasto che non deve essere troppo liquido e mi dirigo davanti all'armadio.
Oggi jeans, camicia, golfino...noooo, tacchi oggi no, stivaletti da maschiaccio.
In ufficio bevo tanta acqua, per poter fare tanta "plin plin". Tanta plin plin significa alzarsi spesso, camminare verso la toilette, un lungo corridoio in cui non suonano telefoni, non esplode il panico per un ritardo di mezz'ora nella consegna di un progetto, non senti schiamazzare commenti inutili sulla mise sbagliata di qualche collega. I più ignorano che una faccia intelligente può indossare quello che vuole.
Ti allontani un momento e ti hanno già cercato al telefono. Richiami. Devi preparare una e-mail urgente, lunga quanto la Bibbia, che però di sacro e profetico ha ben poco.
Ed è metà pomeriggio...anche oggi ho mangiato qualche galletta di mais davanti al monitor del pc. Cosa avrei veramente voglia di fare se fossi fuori da queste quattro mura?
E poi ti arriva l'e-mail della collega che deve andare ad una festa e non sa cosa mettersi. Ti lusinga, "scrivo a te Alle perchè hai gran gusto", però ha trascorso le ultime settimane senza nemmeno salutarti (non dico rivolgerti la parola e farti un discorso). Ed è seduta tre scrivanie più in là.
Si dimette una collega storica, in azienda da 14 anni. Un regalo mediamente dispendioso per colmare la mancanza di affetto che metteranno nel salutarla l'ultimo giorno di lavoro.
Ed è sera, esci da questa freddezza e apparenza.
Chiami il mondo per poter infondere affetto e simpatia. Per riceverlo. Esiste anche nella mia vita, non lavorativa.
Peccato che si lavori di più di quanto si faccia l'amore e ci si diverta.
Ma non mi arrendo. Mi sento un eroe a tarda serata, con gli occhi semi-chiusi davanti, ancora una volta, ad uno schermo di un pc, questa volta per scrivere di me e della mia mente . Ad occhi quasi chiusi mi ostino a leggere qualche pagina del libro che poggia sul mio comodino, dopo aver corso per 4 km sul tapis roulant. Poi anche gli eroi crollano, spesso senza farsi nemmeno la doccia.
Va beh, domani mattina mi alzerò prima, così mi lavo i capelli.
1 comment:
stupendo, uno dei tuoi post più belli.
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