E' un atto unico, lungo una vita... almeno spero. Zingarate di gruppo poche, molte a coppia mista.
Riguardare le foto al ritorno dalle nostre divertenti prestazioni è proprio come vedere alcune scene del celebre film degli anni '70 di Mario Monicelli.
Anche tra noi cala il silenzio al ritorno dalle zingarate, silenzio che vuol dire ritorno alla normalità, alla quotidianità ed all'amarezza di ciò che ognuno di noi vive non per scelta.
Ci si cerca per star bene, per evadere dalla serietà che ci costringiamo a far nostra durante il giorno. "Sparare cazzate in discorsi intelligenti" è la nostra qualità migliore.
E siamo in quattro come rimasero i celebri amici dopo la morte del giornalista Perozzi, l'io narrante del primo atto.
Lei si innamora, perde la testa, sparisce fra i suoi pensieri e le sue lacrime, proprio come l'archittetto Melandri che "aveva visto la Madonna". Ma torna sempre, rinsavisce, torna a fare la zingara ed a divertirsi.
Io sono apparentemente la più seria, che si rivela la più folle del gruppo, come il professor Sassaroli. Peccato che non possa vantarmi di avere "molte nipoti da parte di fava" (nel mio caso "molti nipoti da parte di patata").
Il conte Lello Mascetti è colui che più mi dà corda: nonostante tutti i suoi difetti, mantiene alta la sua dignità, non accetta elemosine, accetta l'ospitalità ma non le collette. Proprio colui che guarda gli altri lavorare, è quello più abile a far risparmiare.
E poi c'è Il Necchi: cinico e maschilista convinto. Un folle, che avverte i segnali di cambiamento nella propria vita un giorno si ed uno no. Ora ha preso un patentino come dog-sitter: sentiva il bisogno di un contatto "più umano" di quello con gli umani stessi.
Quando penso che alcuni aspetti della mia vita sembrino la sceneggiatura di un film non mento a me stessa.
Mi piace guardare il mio film: è SPASSOSO.
Riguardare le foto al ritorno dalle nostre divertenti prestazioni è proprio come vedere alcune scene del celebre film degli anni '70 di Mario Monicelli.
Anche tra noi cala il silenzio al ritorno dalle zingarate, silenzio che vuol dire ritorno alla normalità, alla quotidianità ed all'amarezza di ciò che ognuno di noi vive non per scelta.
Ci si cerca per star bene, per evadere dalla serietà che ci costringiamo a far nostra durante il giorno. "Sparare cazzate in discorsi intelligenti" è la nostra qualità migliore.
E siamo in quattro come rimasero i celebri amici dopo la morte del giornalista Perozzi, l'io narrante del primo atto.
Lei si innamora, perde la testa, sparisce fra i suoi pensieri e le sue lacrime, proprio come l'archittetto Melandri che "aveva visto la Madonna". Ma torna sempre, rinsavisce, torna a fare la zingara ed a divertirsi.
Io sono apparentemente la più seria, che si rivela la più folle del gruppo, come il professor Sassaroli. Peccato che non possa vantarmi di avere "molte nipoti da parte di fava" (nel mio caso "molti nipoti da parte di patata").
Il conte Lello Mascetti è colui che più mi dà corda: nonostante tutti i suoi difetti, mantiene alta la sua dignità, non accetta elemosine, accetta l'ospitalità ma non le collette. Proprio colui che guarda gli altri lavorare, è quello più abile a far risparmiare.
E poi c'è Il Necchi: cinico e maschilista convinto. Un folle, che avverte i segnali di cambiamento nella propria vita un giorno si ed uno no. Ora ha preso un patentino come dog-sitter: sentiva il bisogno di un contatto "più umano" di quello con gli umani stessi.
Quando penso che alcuni aspetti della mia vita sembrino la sceneggiatura di un film non mento a me stessa.
Mi piace guardare il mio film: è SPASSOSO.
No comments:
Post a Comment