Non il celebre polpettone della tv commerciale con Stefania Sandrelli e compagnia bella.
Bernard Malamud scrive che le donne vivono due vite: una in cui imparano e una in cui iniziano a vivere davvero.
Non posso ancora raccontare la mia “vita davvero”, sono ancora nella fase in cui imparo e, spesso, anche in modo non delicato.
Ma posso raccontare la “vita davvero” di alcune, non molte, donne che incontro ogni giorno, che ho la fortuna di conoscere grazie al mio sporco lavoro, che di incontri me ne fa fare tanti, ma pochi che lascino il segno.
Anna, avvocato di Palermo, passionale e sanguigna come ogni donna originaria della Sicilia. Una settimana in sua compagnia mi ha fatto amare Palermo, soprattutto di notte, in sella alla sua Mini, ascoltando Radio Montecarlo e le sue parole da Cicerone d’occasione. Era sposata da qualche mese col suo primo marito quando incontrò l’uomo della sua vita durante una cena. Lascerà il marito quella sera stessa dicendogli, dopo alcuni sguardi con il suo futuro uomo, che si era appena resa conto di aver fatto un errore a sposarlo. Dopo pochi giorni andò a convivere con quello che sarebbe diventato il suo secondo marito e l’amore più grande mai avuto. Oggi single, decide di avere un figlio a quattro zampe che chiamerà Pasquale e di fare un fioretto: non avere nessun uomo per almeno qualche anno. Assorbe troppe energie e lei deve recuperarle. Durante le numerose cene insieme mi racconta talmente tanti aneddoti che le appartengono, realmente accaduti, che mi sembra di ascoltare racconti di più vite insieme. Una voglia di vivere vera, di farlo divertendosi e godendosela. “Pappina (sopranome che mi diede dopo che stetti male di stomaco una sera dopo una cena a base di frutti di mare crudi), fatti di qualcosa, anche solo di pistacchio, ma vivi”. Eh per la prima volta mi sono sentita realmente in credito con la vita: devo e voglio riscuotere ancora tanto.
Laura, invece, vive a Cuneo da quanto è nata. Una città molto chiusa e grigia, troppo conservatrice. Decide di andare controcorrente: si sposa quasi quarantenne, decidendo di non avere figli perché troppo impegnativi. Lei aveva troppe cose da fare e ne ha tutt’ora. Non voleva aggiungere un ennesimo cambio di pannolini o una visita dal pediatra sulla sua agenda. Aperta, nonostante sia cuneese. Serena nel far capire che i figli, nel proprio matrimonio, non sono arrivati per scelta, non perché non può averne.
Annuccia non vede tanto bene. Dopo giorni in cui lavoravamo insieme, si avvicina e mi fissa in modo strano, che bei occhi che hai! Ma Annuccia, ci vediamo da giorni (la mia solita poca delicatezza)! Eh, ma io non vedo bene, solo quando mi avvicino tanto. A pochi anni dalla pensione, una soddisfazione immensa nel aver fatto studiare i figli, laureati entrambi e professionisti a Milano, emigrati. Lei che la Sicilia ha deciso di non abbandonarla mai. Le brillano quegli occhi che vedono poco, ancora oggi, quando parla col marito al telefono, preoccupandosi di cosa poter comprare per cena. La sua seconda vita da coppia è iniziata da quando anche il secondo figlio se n’è andato. Sono ancora innamorata di mio marito. L’amore è ancora in tutto e per tutto. Io sorrido, perché queste sono le cose che vorrei potessero vivere tutti.
Ed un domani proprio io.
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