Mi raccontavano che fino a pochi anni fa le zone dell’entroterra marchigiano fossero molto ricche. Ricche di medie-grandi aziende che davano lavoro a centinaia, migliaia, di persone originarie del luogo e non solo. Poi arrivò la tanto famigerata “crisi economica”, la diminuzione del lavoro, la cassa integrazione, la diminuzione della moneta circolante: si compra sempre meno. Presente e futuro a breve termine comune ormai a tutta Italia.
Mi raccontavano che l’Umbria sarebbe stata, invece, terra di concretezza e poche parole, almeno poche lamentele. Sponsorizzata a fini turistici, da sempre, come “polmone verde d’Italia”, dovrebbe essere decantata come “regione dello spirito”. Spirito è ciò che ogni cosa, qui, ha e che ogni persona di questa regione mette nelle cose che fa. Spirito che diviene forza, cortesia, disponibilità, sincerità e pragmatismo.
Ricorderò Bastia Umbra perché sorprendente paese a pochi chilometri da Perugia che mi ha riservato una splendida sorpresa. “Forme”, negozio di scarpe in via Roma, adocchiato subito al mio arrivo da lontano. La vetrina parlava di me e di quante scarpe avrei potuto avere, avrei voluto provare. Risultato: un paio di sandali con plateau di pelle viola marchiati Pura Lòpez.
Seguendo la statale che porta ad Assisi, a S. Maria degli Angeli “Da Elide” (via Patrono d’Italia, 48) ho tratto la stessa soddisfazione per il mio palato quanto da Forme per la mia “mania” delle scarpe.
Quanto è bella Narni! Entrare in paese sotto uno stretto arco romano a senso di marcia alternato prelude un’immersione nella storia, quasi una propria dimensione remota dispersa fra colline sempre più verdi. La vicinanza al confine col Lazio si sente, dalle parole della gente e dai loro modi accomodanti ma quasi sgraziati. “Scusi, questa bistecca è un po’ troppo cotta, l’avevo chiesta al sangue” “Aaahò, eh, sarà scappata la cottura, è talmente sottile staaaà fettinaaa”. Pranzare poco fuori Narni, verso Testàccio, sarà proprio come pranzare nei dintorni di Roma.
Il viaggio di ritorno verso Ancona è stato troppo veloce. Scorgere Spoleto alla mia sinistra all’improvviso è stata un’ingiustizia. Vederla così bella, lucente e non potermi fermare un attimo per viverla da dentro, anche solo per un caffè seduta in un baretto del centro, il mio rimpianto. “C’è solo da tornà”.
Mi raccontavano che l’Umbria sarebbe stata, invece, terra di concretezza e poche parole, almeno poche lamentele. Sponsorizzata a fini turistici, da sempre, come “polmone verde d’Italia”, dovrebbe essere decantata come “regione dello spirito”. Spirito è ciò che ogni cosa, qui, ha e che ogni persona di questa regione mette nelle cose che fa. Spirito che diviene forza, cortesia, disponibilità, sincerità e pragmatismo.
Ricorderò Bastia Umbra perché sorprendente paese a pochi chilometri da Perugia che mi ha riservato una splendida sorpresa. “Forme”, negozio di scarpe in via Roma, adocchiato subito al mio arrivo da lontano. La vetrina parlava di me e di quante scarpe avrei potuto avere, avrei voluto provare. Risultato: un paio di sandali con plateau di pelle viola marchiati Pura Lòpez.
Seguendo la statale che porta ad Assisi, a S. Maria degli Angeli “Da Elide” (via Patrono d’Italia, 48) ho tratto la stessa soddisfazione per il mio palato quanto da Forme per la mia “mania” delle scarpe.
Quanto è bella Narni! Entrare in paese sotto uno stretto arco romano a senso di marcia alternato prelude un’immersione nella storia, quasi una propria dimensione remota dispersa fra colline sempre più verdi. La vicinanza al confine col Lazio si sente, dalle parole della gente e dai loro modi accomodanti ma quasi sgraziati. “Scusi, questa bistecca è un po’ troppo cotta, l’avevo chiesta al sangue” “Aaahò, eh, sarà scappata la cottura, è talmente sottile staaaà fettinaaa”. Pranzare poco fuori Narni, verso Testàccio, sarà proprio come pranzare nei dintorni di Roma.
Il viaggio di ritorno verso Ancona è stato troppo veloce. Scorgere Spoleto alla mia sinistra all’improvviso è stata un’ingiustizia. Vederla così bella, lucente e non potermi fermare un attimo per viverla da dentro, anche solo per un caffè seduta in un baretto del centro, il mio rimpianto. “C’è solo da tornà”.
2 comments:
aòh, allora ci sei passata per l'Umbria!!!!!!!
Ehsssiiii, che paesini meravigliosi!!! Per non parlare dei negozietti di scarpe... Vivrei di scarpe e salame... :-)
Post a Comment