Quando vivo giornate con vento a favore diventano le giornate migliori della mia vita. Non ho ancora vissuto la giornata più bella della mia vita perché ne ho avute tante. Vorrei averne moltissime. Me le ricordo tutte, quasi. Sono, spesso, costellate da frangenti semplici, sia da vivere sia da mettere in atto.
Amo luglio, forse perché ci sono nata, come amo il venerdì, perché il 30 luglio del 1982 era un caldissimo venerdì di fine luglio. Potrei azzardare un’ennesima spiegazione: adoro il primo mattino, l’alba: sono nata alle 7.00 precise di un caldo venerdì mattina di pieno sole. Credo che questa sia, però, meno plausibile.
Il “mio” luglio 2009 me lo sento già dentro: intenso e folle. Impegnativo ma birichino.
Ore ed ore di diplomazia e dialettica: questo lavoro l’ho pur scelto. E mi piace. Dà quella sottile soddisfazione che mi rende elettrica: non ci si “adagia sugli allori” perché piace l’idea di ottenere sempre “meglio”, imparando pian piano come ottenerlo.
Guidare sull’A14 verso Ancona è diventata una pausa di relax per me, da quando le colline verdi si sono trasformate in colline gialle e viola. Dopo aver superato l’uscita di Senigallia, l’autostrada è un serpente che si dimena fra campi accecanti di girasoli ed intere colture di lavanda. Peccato che sia sempre sola e debba guidare. Mi piacerebbe “appendermi” al finestrino dell’auto e contare tutti quei meravigliosi rustici, vederne sempre di più belli e dispersi sulle cime delle innumerevoli colline che pian piano spuntano ai lati della strada.
1 luglio 2009, mattina: mi convinco di preferire i campi di girasole ai campi verdi o di grano.
1 luglio 2009, pomeriggio: fuggire dal DOVE DOVEVI ESSERE per andare nel DOVE VORRESTI ESSERE non ha prezzo, anche senza Mastercard. Andare in spiaggia all’ultimo minuto per alcune ore di sole ed un bagnetto di fianco “alla Rotonda sul Mare” vale bene il rischio di una telefonata di lavoro, con possibile sottofondo di onde e grida dalla mia parte, mentre il tuo unico pensiero è “mi metto a pancia in su altrimenti mi scotto la schiena”.
Amo luglio, forse perché ci sono nata, come amo il venerdì, perché il 30 luglio del 1982 era un caldissimo venerdì di fine luglio. Potrei azzardare un’ennesima spiegazione: adoro il primo mattino, l’alba: sono nata alle 7.00 precise di un caldo venerdì mattina di pieno sole. Credo che questa sia, però, meno plausibile.
Il “mio” luglio 2009 me lo sento già dentro: intenso e folle. Impegnativo ma birichino.
Ore ed ore di diplomazia e dialettica: questo lavoro l’ho pur scelto. E mi piace. Dà quella sottile soddisfazione che mi rende elettrica: non ci si “adagia sugli allori” perché piace l’idea di ottenere sempre “meglio”, imparando pian piano come ottenerlo.
Guidare sull’A14 verso Ancona è diventata una pausa di relax per me, da quando le colline verdi si sono trasformate in colline gialle e viola. Dopo aver superato l’uscita di Senigallia, l’autostrada è un serpente che si dimena fra campi accecanti di girasoli ed intere colture di lavanda. Peccato che sia sempre sola e debba guidare. Mi piacerebbe “appendermi” al finestrino dell’auto e contare tutti quei meravigliosi rustici, vederne sempre di più belli e dispersi sulle cime delle innumerevoli colline che pian piano spuntano ai lati della strada.
1 luglio 2009, mattina: mi convinco di preferire i campi di girasole ai campi verdi o di grano.
1 luglio 2009, pomeriggio: fuggire dal DOVE DOVEVI ESSERE per andare nel DOVE VORRESTI ESSERE non ha prezzo, anche senza Mastercard. Andare in spiaggia all’ultimo minuto per alcune ore di sole ed un bagnetto di fianco “alla Rotonda sul Mare” vale bene il rischio di una telefonata di lavoro, con possibile sottofondo di onde e grida dalla mia parte, mentre il tuo unico pensiero è “mi metto a pancia in su altrimenti mi scotto la schiena”.
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