Di Genova se ne sente parlare per il suo enorme e splendido acquario. Pochissimo per i suoi caratteristici vicoli, i suoi scorci meravigliosi di città di mare e la sua squisita focaccia semplice. Sì, perché per giudicare la bontà di qualsiasi cosa, questa deve essere il più semplice possibile. Pochi trucchi, meno inganni. Pochi ingredienti, sapore autentico, che difficilmente mente.
Di Genova in auto se ne dovrebbe parlare, almeno per poter evitare agli intenzionati di passaggio di venirci in auto. Il groviglio di incroci enormi che spuntano da vicoli minuscoli, il traffico disordinatissimo, i troppi sensi unici, il parcheggio che non c’è, le indicazioni stradali inesistenti. Sono stati motivi d’ansia ogni volta che inserivo la chiave d’accensione.
Come se non ne avessi abbastanza.
Eh si, perché Genova mi fa sentire la mancanza di mia madre. Inutile cercare di capire il perché soprattutto ora, in fondo ci siamo vissute da sempre molto poco. Però stasera guardando il porto illuminato dalla finestra della mia camera le ho confessato al telefono di aver dormito, stanotte, con un cuscino fantasma tra le braccia, convinta nel dormiveglia che la stessi abbracciando.
Josef Koudelka scrisse: “quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco”. Credo che mi stia tornando la vista, vedo meglio cose e persone.
Di Genova in auto se ne dovrebbe parlare, almeno per poter evitare agli intenzionati di passaggio di venirci in auto. Il groviglio di incroci enormi che spuntano da vicoli minuscoli, il traffico disordinatissimo, i troppi sensi unici, il parcheggio che non c’è, le indicazioni stradali inesistenti. Sono stati motivi d’ansia ogni volta che inserivo la chiave d’accensione.
Come se non ne avessi abbastanza.
Eh si, perché Genova mi fa sentire la mancanza di mia madre. Inutile cercare di capire il perché soprattutto ora, in fondo ci siamo vissute da sempre molto poco. Però stasera guardando il porto illuminato dalla finestra della mia camera le ho confessato al telefono di aver dormito, stanotte, con un cuscino fantasma tra le braccia, convinta nel dormiveglia che la stessi abbracciando.
Josef Koudelka scrisse: “quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco”. Credo che mi stia tornando la vista, vedo meglio cose e persone.
2 comments:
nani ma eri a genova o a napoli???
"groviglio di incroci enormi che spuntano da vicoli minuscoli, il traffico disordinatissimo, i troppi sensi unici, il parcheggio che non c’è, le indicazioni stradali inesistenti"... sai potrebbe venire il dubbio!!!
Genova, però tu sei molto attenta e divertente. Oggi soffro particolarmente di brutto tempo. Darei delle testate contro al muro, intervallate da qualche barretta alla nocciola Kellog's.
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