Saturday, October 11, 2008

Riflessioni su attori, cioccolato e liberta'

Non so se perché interpretò un prigioniero ne Le ali della libertà oppure perché il suo cognome tranquillizza, “uomo libero”. Morgan Freeman mi calma. E’ come un sedativo dopo una crisi isterica oppure magnesio in dosi massicce per gli attacchi di emicrania.
Qualsiasi sia il suo ruolo ed il suo film, i suoi nei neri su un viso color cioccolato mi infondono pace. Sarà perché il suo volta mi ricorda una pralina di cioccolato al latte?
Mi succede la stessa cosa con Denzel Washington, ma in questo caso sopraggiunge un non so che di libidinoso e non riesco a rimanere proprio impassibile.
Mi da l’ansia Kim Rossi Stuart. Uno degli attori italiani migliori, è talmente bravo e recita sempre in parti talmente “sfigate” che mi dà i nervi. Delinquente tossicomane in Cuore Cattivo, marito-padre abbandonato e squattrinato in Anche Libero Va Bene, introverso malvivente psicolabile in Romanzo Criminale. Film con Kim consigliabili soltanto in un momento di calma interiore e psiche ferma e sicura di sé.
Ad ego soddisfatto di me, ho rivisto Cuore Cattivo. Un film che narra le sorti di un giovane rapinatore che finisce nella casa sbagliata (o giusta?) nel divincolarsi dalle forze dell’ordine e prende in ostaggio una ragazza portatrice di handicap. Anzi no, il film narra di come da un momento all’altro la propria vita possa completamente variare forma. Si, il film parla di scelte e di non scelte. E le non scelte non è detto che non comportino cambiamenti.
Scene ad hoc: Claudio (Kim Rossi Stuart), durante le ore di ostaggio della ragazza, cattura una mosca sotto un bicchiere. La telecamera si sposta dentro il bicchiere ed il punto di vista diviene gli occhi della mosca. Inquadratura angosciante, lui si immedesima nella mosca e pochi minuti dopo la lascia libera.
Esther, la ragazza con handicap in ostaggio, gli chiede se Claudio tenga così tanto alla propria vita (dopo che lui stesso l’aveva fermata dal tagliarsi le vene in bagno). Lui le risponde in romanaccio: “eh certo che ce tengo, c’ho solo questa c’ho!”.
Il film mi ha fatto tornare in mente la Fede ed i nostri profondi ma brevi scambi di vita durante la pausa caffè in ufficio: “quando ero piccola il vento mi piaceva perché mi dava la sensazione di volare. Mi mettevo con le braccia aperte, in mezzo ai campi. Una volta avevo un palloncino in mano…che poi è volato. Mi ricordo ancora l’angoscia nel vedere questo palloncino salire in cielo…lentamente”.Penso che ognuno abbia il proprio palloncino. Non è detto che lasciarlo volare sia “un disastro per noi”. E penso che questa famosa libertà non sia fare ciò che si vuole, ma fare le cose COME le si voglia fare.

1 comment:

Anonymous said...

La scultura nella foto come si chiama e di chi è?