Saturday, October 4, 2008

Quando un uomo...


“Quando un uomo ti dice che ti ama, che sei bella, che sei geniale, devi crederci”. E se Sonia Rykiel, famosa stilista francese che quest’anno festeggia ben 40 anni di carriera, ammette di trarre la propria creatività ed energia dallo sguardo di un uomo innamorato (di lei), anch’io, famosa racconta-storie di paese che quest’anno festeggia l’anno bisestile, posso lasciarmi, finalmente, andare ed ammettere che anche solo la presenza di un uomo innamorato (di te) è fonte di grande positività.
Queste mie frasi, questi miei pensieri sono il frutto di numerosi scambi di opinioni con un uomo che ha mostrato e descritto (a me) la propria indole di dominatore e non la nasconde, ma che accetta di essere stato dominato (fregato) a suo tempo e se ne sta godendo “i frutti”.
Tutto ciò di cui si discute spesso e che, quindi, diviene quasi “luogo comune” è fondato su frasi di circostanza da talk show pomeridiano o, ancor peggio, da frasi “trite e ri-trite” sentite in discussioni altrui.
“Gli uomini sono tutti uguali” è una frase trita e ri-trita. “Alle donne piacciono i bastardi” è un classico.
La frase più gettonata nei “dialoghi frustrati da non comprensione uomo\donna” con cui sono d’accordo è quella che sottolinea la grande differenza tra i due mondi, maschile e femminile.
Sostengo che l’uomo “sia diverso, molto diverso”. Sostengo che l’uomo “non lo faccia apposta”… ma “non sempre ci arrivi (a cosa la sensibilità di noi donne sa bene…)”.
Ma ho anche potuto toccare con mano, per fortuna, una sensibilità maschile che non ha niente da invidiare a quella femminile, anzi, spesso è più sottile e pungente di quella appartenuta a molte donne.
Ho potuto confrontarmi con uomini molto “capaci di cuore”: mio padre è stato il primo. Molto tempo dopo si possono interpretare tanti segnali, tante parole e tanti gesti fatti tempo prima. Mi ricordo ancora quando da piccola faceva di tutto per non vedermi piangere, cercando di illudermi che piangere non servisse a niente e ridicolizzando qualsiasi motivo per cui stessi male. Mio padre mi ha sempre osservato in silenzio facendo crescere dentro di se un’idea di me oltre ogni difficoltà e possibilità. Questa sua idea così brillante di me ha infuso in me una forza ed incoscienza tale per cui, fin da piccola, non ho mai avuto paura di niente e creduto sempre di poter riuscire, bastava volerlo. Non c’è cosa più “prolifica” per se stessi della stima di un genitore che cresce man mano che crescono i tuoi anni. Dai miei 15 anni “il genio” visto nella mia quotidianità gli diede la libertà di cominciare a giudicare tutti “i miei uomini”: “non ha palle a sufficienza” era il messaggio in codice, cioè non era, secondo lui, alla mia altezza. Non ci sono molte dita di una mano che si possono contare per passare in rassegna le mie storie d’amore, ma c’è stato solo un uomo su cui mio padre non abbia detto nulla, anzi, su cui abbia fatto domande e non si sia dato risposte e generato sentenze.
Sono sempre stata una donna “viscida”, non perché falsa, incoerente e “volta faccia”, ma perché difficilmente si lasciava prendere e, soprattutto, comprendere. Nulla fatto di proposito: semplicemente i miei uomini “mi dovevano stare su da dosso” e per raggiungere questo obiettivo, inconsciamente, era importante non farsi conoscere appieno.
Mi sono sempre divertita con loro, ho sempre scelto uomini divertenti, con un qualcosa di folle in loro che si potesse adattare bene alla mia follia e particolarità. Ho sempre scelto uomini brillanti, che mi potessero spiazzare e sapessero lusingarmi quanto basta. Ho scartato uomini perché mi lusingavano troppo. Ho scartato uomini perché non riuscivano a farmi divertire stando in silenzio, non parlando e, ancor peggio, annoiandomi quando parlavano.
Ogni donna ha un uomo ideale nella propria testa (nel cuore non è possibile perché a quello non si comanda) ed ogni donna si chiede perché le piace proprio quel tipo di uomo. Ogni donna però non si chiede perché “cade sempre” nell’uomo esattamente opposto a quello che le piace idealmente e perché sia recidiva nel continuare a credere che quello ideale sia l’uomo giusto per lei.
Le mie origini sicule hanno fatto di me una donna “caliente”: l’uomo “ha da essè moro ed occhio scuro”. Mi giro e vedo un biondo con occhi chiari, pur sempre “caliente”.
Adoro gli uomini brillanti, soprattutto economicamente. Un mio ex arrivò a regalarmi una piantina grassa da 1€ per San Valentino dentro ad un pezzetto di carta stagnola. È finita pochi mesi dopo.
L’uomo deve essere protettivo e dolce. Un uomo azzardò “scusa, ma hai le tue cose ogni mese, perché devi lamentarti in continuazione e soprattutto con me dei tuoi dolori?”. È finita pochi mesi dopo.
Sere fa ho rivisto “Desiderio” di Roberto Rossellini, film in bianco e nero del 1945 (uno dei pochi film girati in pieno conflitto mondiale in cui si può vedere i disastri della guerra). In realtà credo che non sia la semplice storia di una donna, Paola, straziata dal dolore di una vita insulsa da cui non riesce a liberarsi, ma lo scorcio del pensiero maschile sulla donna e viceversa.
Paola è una donna bellissima, prostituta d’alto borgo in una Roma anni ’40. Potrebbe avere qualsiasi tipo di uomo (“Paola, se venisse a vivere con me non farei altro che ricoprirla d’oro”), ma si innamora di un floricoltore, Giovanni.
L’indole da “crocerossina” di cui gli uomini parlano non è così fallace, anche se io la definirei indole “da madre, da salvatrice” che ogni donna ha nei confronti dell’uomo che prende “di mira”. E qui ci spiegheremmo perché “le donne preferiscono i bastardi”, perché i bastardi hanno bisogno di essere riportati sulla retta via e perché proprio loro sono coloro che richiedono più sforzo di comprensione e nervi: una donna che riesce a raddrizzare il vero “stronzo” riceve il premio “samaritana dell’anno” ed è un premio ambitissimo nel mondo femminile, soprattutto per essere mostrato alle amiche.
Paola confida alla sorella: “A volte gli uomini mi guardano come se mi vedessero nuda dinnanzi a loro, ma Giovanni no”. Paola sceglie Giovanni, il floricoltore, perché non la guarda con gli occhi del sesso ma con gli occhi dell’amore. Noi tutte, care donne, scegliamo un uomo accanto perché ci guardi (e ci ha guardato a suo tempo) con occhi che vadano al di là della libido sessuale. E ci lamenteremo quando questi uomini non ci guarderanno più con occhi carichi di libido sessuale. Ecco, in questo siamo proprio incoerenti e devo ammirare, invece, la coerenza e semplicità maschile. Quando l’uomo ha classificato una donna “come la sua donna” quest’ultima dovrebbe perdere (preferibilmente mai avere avuto) capacità ammaliatrici nei confronti di altri uomini. Passionalità e capacità persuasive (sessuali e non) dovranno essere raccolte verso il proprio uomo. Se ciò accade, l’uomo stima ed ama la propria donna. Gli uomini funzionano a meccanismi molto semplici. Però poi, noi donne cerchiamo lo sguardo altrui per avere conferma della nostra bellezza e fascino e loro ricadono fra braccia (e cosce) altrui. Non è poi così semplice come credevo!!! Nel film, Nando, il marito della sorella di Paola, salta addosso a quest’ultima intravedendola nuda dalla porta del bagno. Pochi giorni prima la sorella di Paola aveva confidato a quest’ultima “se vuoi diventare la moglie di un uomo dovrai meritarlo veramente”. In poche parole, bisogna essere convinte nell’accettare di essere cornute, poiché suo marito pochi giorni dopo ci prova con la sorella. A cosa è servito essersi meritato di sposare quell’uomo? Mah.
Di tutto questo continuo a parlarne ed a confrontarmi con uomini e donne. Ogni squadrone ha il suo leitmotiv. Lo schieramento genetico non serve.
Siamo diversi, uomo\donna, quanto siamo diverse fra donne, ma alleate, quasi, contro gli uomini e questo ci fa sentire più simili.
Ho deciso: non mi alleo con nessun squadrone. Faccio il tifo per me e per gli uomini che sanno darmi “questa famosa energia” (leggere “energia” come: mio padre che mi fa il caffè al mattino presto….; il proprio uomo che ti dice “sei bellissima” o semplicemente “brava”; etc…).

No comments: