Alda Merini, classe 1931, è l’unica poetessa in Italia che oggi vende 20 mila copie.
Oggi che nessuno legge. Oggi che nessuno legge POESIE. Oggi che nessuno presta particolare attenzione alla “cultura”.
Alda Merini è stata bocciata alla prova d’italiano, quando tentò di entrare al liceo classico Manzoni di Milano. Non è mai stata ammessa. Mi viene in mente Albert Eistein, rimandato in matematica.
Alda Merini ha vissuto (e continua a vivere) più anni in manicomio che fuori.
Vive a Milano, sui Navigli.
Non ha una scrivania, “scrive” dettando i versi ad un amico fidato sdraiata sul letto: “Il mio letto è sacro. Qui sono nate le migliori poesie.” Vive circondata da migliaia di oggetti raccolti nel corso della sua vita, ma senza un particolare significato ed importanza. Cianfrusaglie. Perché tiene tutta questa roba? “Ho fatto molti elettroshock, non ricordo”. C’è qualcosa che le piace? “No”.
Fuma. Tanto e spegne le sigarette sul pavimento di graniglia: “Ah, il piacere di buttare per terra”. La sua casa è un mozzicone di sigaretta per terra e sui mobili dietro l’altro. “Mi piace sporcare la casa. Vivere nel pattume. Come i maiali. Il maiale pulito non diventa grasso. Non mi lavo da vent’anni. stare lì a lavarmi? Perché mai? Io odoro di paradiso. Mio marito faceva tre docce al giorno. È morto di cancro. Il medico mi ha detto che è morto perché era troppo pulito. La bestia non puzza come l’uomo. Quando vieni fuori dal manicomio e sei ancora vivo non hai tempo per lavarti”.
I numeri telefonici sono scritti sul muro di fianco alla mensola su cui poggia il telefono. Solo numeri, nessun nome: “Sono tutti miei amici, alcuni sono morti, vai a sapere”.
Ho letto queste sue parole su un vecchio numero di Vanity Fair. Non ho mai letto nessuna poesia di Alda. Lo farò. Perché ora “la conosco” e perché voglio leggere parole “senza filtro”, parole frutto di una mente leggera quanto pesante vista la sofferenza psichica.
L’unica cosa che posso dire
è che non ho mai pianto
e da tempo ho smesso di chiedermi il perché
del mistero della vita.
Mi chiedo come mai la vita
si sveglia ogni mattina
quando io avrei giurato a tutti
che sarei morta ieri sera
La sua prima poesia che leggo….
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