Nella mia borsa di ogni giorno, che in realtà è un pò una valigia morbida sotto mentite spoglie, ho sempre un libro.
Nella mia vera valigia per un lungo viaggio, porto una piccola libreria.
E' più forte di me: un minuto libero, un'attesa, un'attimo tutto per me, una piccola frazione del giorno in cui ho bisogno di rilassarmi e non pensare a me, ma a una storia. Ho l'idea malsana che potrei partorire leggendo...
I miei libri sono rovinati, parlano tutti di dove sono stati portati e dove sono stati letti.
I saggi sono pieni sottolineature, appunti e orecchie nelle pagine da rileggere quando ne ri-sentirò il bisogno, la voglia.
I libri letti in spiaggia sono pieni di sabbia nella rilegatura e le pagine diventano ondose per le gocce d'acqua che mi scivolano dopo un bagno.
I libri letti in aereo o in treno contengono immancabilmente il biglietto del viaggio usato come segnalibro.
I libri che mi sono stati regalati vorrei che avessero sempre una dedica, purtroppo non tutti ce l'hanno. Scrivo chi li ha scelti per me.
Ho sempre ritenuto importante regalare un libro, perchè infondo è un messaggio. Forse è per questo che a Natale sono monotematica, pacchetti regalo tutti rettangolari e semi-rigidi. Ho troppi messaggi da lanciare.
Credo molto nelle coincidenze, soprattutto in libreria dove mi rifugio appena posso, meglio se col buio... Non sono vere e proprie casualità ma azioni da intraprendere.
Poco prima di partire, durante un'incursione notturna in libreria, un piccolo romanzo mi ha cercato. Una lettura d'un fiato. Un viaggio in aereo. La storia di una giovane ragazza che non capisce come diventare donna, una donna SERENA.
Una breve storia alla "giovane Holden" in cui mi sono riconosciuta nella vergogna, nell'apatia e insicurezza della mia adolescenza.
"Il treno fila via, rapido, trasportandomi verso la stazione dove qualcuno mi sta aspettando".