Well-known for her repeating dot patterns, Yayoi Kusama è entrata nel mio sapere per caso. Artista poliedrica, mi innamorai quasi un anno fa dei suoi pois, per caso, sfogliando il programma delle mostre personali alla Tate di Londra.
E vidi la sua mostra pochi mesi fa a Londra, in una giornata di pioggia (stranamente) in cui divenni un tutt'uno con l'ombrello (a pois) e le scarpe inzuppate d'acqua.
Gli ingredienti per farmi perdere la cognizione del tempo c'erano tutti: i colori fluo, rosso, fucsia, arancio, i pois ovunque, japan allure, quella capacità che ogni artista giapponese ha nell'attrarmi a sè molto più velocemente. Una delle mostre più belle viste negli ultimi anni, che porto alla memoria molto spesso.
Ricordo anche di essermi rifugiata in un ristorante biologico molto carino nella City, Natural Kitchen, dopo la mostra e la paella che presi (a Londra, non a Madrid, sono sempre de-contestualizzata) diviene tutt'oggi un ricordo unico: Yayio Kusama e paella a Londra nel mio inconscio.
Apro il giornale stamane e di tutte le notizie che mi potevano colpire strabuzzo gli occhi per Louis Vuitton e Yayio Kusama, la collezione in vendita da oggi nelle boutique. Mi sento un esserino molto superficiale ed esteta a pensare e fare tutto questo, ma oggi non riesco ad essere una bella persona, concreta ed umile. L'iphone mi ha aperto le porte del cielo mostrandomi le cosine che avrei voluto avere, ho scaricato l'app di Yayio Kusama per trasformare le mie foto a pois (una cosa veramente molto utile nella vita di tutti i giorni) e mi sono incazzata quando lo scialle che volevo comprare on line era disponibile sono in negozio. Di tutta quest'ora vissuta dopo il mio risveglio alla vista del giornale vorrei ricordarmi che sono solo pois e che oggi ho fatto cose di cui potrei pentirmi, perchè sono esattamente quelle puttanate che non sopporto di vedere fare dal resto del mondo.
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