Dopo una nottata troppo breve, poche ore di sonno mi rimbambiscono tutto il giorno successivo, ma senza zanzare, stamattina decido di prendermi qualche ora di libertà in paese prima di andare in ufficio.
Vivere il paesello emiliano di prima mattina, durante la settimana, ha un gusto così denso che prima non conoscevo.
Devo pagare l'assicurazione dell'auto in scadenza ma la storica impiegata non apre l'ufficio prima delle 9.30. Arrivo lì davanti alle 9, non so ancora nulla dei meccanismi dei negozi ed uffici. Mandavo sempre mio padre, in pensione, a svolgere le cosiddette commissioni, non sapendo quanto fosse umano e divertente farlo.
In 30 minuti di attesa soddisfo tutte le mie voglie di emozioni.
Entro nel negozio di scarpe più fornito e trendy nel raggio di 20 km dal paesello e chiedo un paio di zeppe nere. Quest'anno ho la fissa delle zeppe, sughero e legno. Consciamente sono convinta mi facciano delle gambe da gazzella, aiutano la mia autostima. E' presto, stanno ancora facendo le pulizie, ma una commessa che mi sembra russa, con un italiano poco coniugato, mi serve. Mi fa vedere scarpe orrende, poi arrivano loro, le nuove zeppe della UGG, peccato che lei me le presenti... "ci sono queste, ma sono le più care, sono della U GI GI, conoscere?". Eh si cara, conoscere ed infatti comprato, peccato che si chiamino AGG e dire ad un cliente essere modello più caro non aiutare vendita, sapere?
Passare la carta di credito nel pos di un qualche negozio per un acquisto inutile (quasi sempre) non è mai salutare, ma stamane uno stimolo improvviso mi colpisce alla cassa. Il caghetto.
Immediatamente mi appare la mappa del paese con le possibili "uscite": casa di mia nonna, in centro, a soli 300 metri.
Casa di nonna Onofria, suono, mi apre. Contenta della sorpresa mi vuole baciare, baciamoci. Una sua vicina di casa, La Marisa, le sta facendo compagnia e la sta aiutando mettendole le gocce negli occhi. La Marisa è talmente contenta di vedermi e conoscermi che mi trattiene con chiacchiere e non solo. Mi trattiene il braccio per farmi sedere e fare due chiacchiere. "Tu sei la nipote che lavora tanto e viaggia per tutto il mondo. Ma che brava, sei proprio identica a tua madre in viso". Sudo freddo, il caghetto chiama ma La Marisa vuole parlare. Scusatemi, devo andare un secondo in bagno.
Ora... tutto è in discesa. Le parole della Marisa mi interessano, mi accarezzano. Mia nonna le dice che il 30 luglio compio 30 anni e non li dimostro affatto. Io faccio la mia solita battuta, non li dimostro fuori... ma di cose ne ho fatte un bel pò. La Marisa confessa di aver compiuto 80 anni ieri e che di cose dai 30 agli 80 ne vedrò parecchie, "mamma mia quanta vita, quante cose nuove". Mi viene voglia di viverle tutte, 50 anni di cose fatte a modo mio potrebbero essere divertenti.
9.30. "Ragazze, alla prossima".
Pago l'assicurazione, stavolta nessuno stimolo improvviso, l'impiegata storica mi chiede se "lavoro ancora molto e giro tutto il mondo".
Penso che ci sia qualcuno in paese che parli di me e con le stesse parole. Potrebbe essere la nonna.