Perdersi nei vicoli di Roma è il miglior modo per conoscerla. La mappa della città in mano, lo zainetto sulle spalle e la felpa annodata intorno al bacino sono chiari segnali del turista estasiato nella città eterna. Ho deciso di vivere Roma, questa volta, in modo più autoctono: nessun zainetto, la mappa della città nascosta nella più remota tasca, da estrarre di nascosto e solo per necessità, la spesa nel mini supermercato di quartiere, 15 minuti prima della chiusura, per avere qualcosa da cucinare per cena. Il tg delle 20.00 (i corrispondenti che dicono sempre alla chiusura di un collegamento "a voi a Roma" ti fanno sentire parte della notizia) e la passeggiata sul lungo Tevere prima di dormire: Roma "eterna" non solamente per la sua storia, per il suo essere stata ricostruita su se stessa almeno 3 volte nell'arco di 2000 anni. "Eterna" perché ti immerge in un'altra dimensione, che nessuna città al mondo riesce a darti: la bellezza ed armonia tra se stessi e ciò che si ha intorno.
Bella ancor di più Roma durante i giorni di festa del 17 marzo: verde bianca e rossa ovunque. Camminare senza meta in quei giorni regalava sorprese ed emozioni. Vedere persone in coda nutre un fascino perverso: unirsi a loro o evitarle per non aspettare.
Unirsi alla coda davanti al Quirinale in questi giorni premia. Nella Sala delle Bandiere, gratuitamente, si ha la possibilità di ammirare i pezzi unici della storia della letteratura italiana. Le pagine originali scritte da Leopardi, Dante Alighieri, Galileo Galilei, Carlo Goldoni ed altri geni che hanno fatto la storia della nostra letteratura.
Una semplice correzione di Giacomo Leopardi ne L'Infinito, "infinità" al posto di "immensità", mi fa pensare a quante parole siano nella nostra memoria. Una parola che forse per Leopardi cambiava tutto e a cui noi non abbiamo nemmeno prestato attenzione nell'inghiottire mnemonicamente le sue poesie.
La mostra mi ha riportato nei panni dell'adolescente secchiona che leggeva I Canti di Leopardi, La Locandiera di Goldoni e Uno, Nessuno, Centomila di Pirandello sotto il ciliegio del mio giardino. Ricordo che quell'adolescente pensava se la vita degli adulti fosse realmente così emozionante, complicata, maliziosa come leggeva di continuo in quei libri. Adesso potrei rispondermi che la vita è proprio scritta e letta di continuo: così è (se vi pare), me l'aveva detto Pirandello a suo tempo.
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