Rubamazzo, briscola e scala 40. Fin da piccola giocare a carte per me significava giocare con nonni, cugini, zii a questi 3 giochi. Il giorno di Natale, spesso dagli zii materni, era dedicato buona parte, il pomeriggio davanti al camino, al torneo di scala 40 in quattro. Difficilmente vincevo. Difficilmente la sorte mi premiava con i 3 rossi.
Ieri sera, cena a casa di amici in terre calabresi, dopo una re-interpretazione dell'hamburger in chiave made in Calabria e bocconcini di mozzarelle di bufala, lo scopone scientifico. Ma io non so giocare. Non ho mai giocato a scopa...
Che poi scopa è diverso dallo scopone, quest'ultimo più "di fino e di strategia".
Mi spiegano la scopa. Giochiamo e pian piano ci prendo gusto.
Mi spiegano lo scopone. E mi si apre un mondo, represso durante anni di briscola e rubamazzo. 10 carte in mano, l'ansia di iniziare per prima e mostrare la carta giusta per non far fare scopa subito all'avversario, ricordarsi le carte uscite e quelle in mano agli avversari, il 7 di denari chi l'avrà?
Stasera spero mi invitino ancora. Per le cotolette al forno. E per la partita dopo cena a scopone. Ho perso per un solo punto. Nel modo peggiore.
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