
Ho letto non molto tempo fa un libro di cui sono venuta a conoscenza in modo contorto, per caso ma non troppo.
È un libro che trattiene il lettore, di cui non riesci a non sapere ciò che succederà e penserà successivamente il protagonista, quindi, leggerai, leggerai, fin quando non arriverai alla fine.
Non sono capace di farne un commento ed una critica qualsiasi.
Ogni pagina mi ha insegnato e fatto capire qualcosa, di me e del rapporto con gli altri.
Che cosa mi stava raccontando Naoko quel giorno?
Ma si, certo, era la storia del pozzo. […]
- E’ davvero…davvero profondo, sai? – aveva detto Naoko, scegliendo le parole con cura. Era così che a volte parlava: lentamente, cercando le parole adatte. – E’ davvero profondo. Però nessuno sa esattamente dove sia. La sola cosa sicura è che si trova da queste parti.
Poi, le mani ficcate nelle tasche della giacca di tweed, mi guardò con un sorriso convinto.
- Ma allora è pericolosissimo, - dissi io. – Si sa che da qualche parte c’è un pozzo profondo, ma nessuno sa dove si trova. Se uno ci cade dentro, è spacciato.
[…]
- Vengono i brividi solo a pensarci, qualcuno dovrebbe trovare questo posto e fargli attorno un recinto, - dissi io.
- Ma è impossibile trovarlo. È per questo che non devi allontanarti dalla strada principale.
- Ma io non mi allontano.
Naoko tirò fuori falla tasca la mano destra e strinse la mia.
- Comunque tu non corri pericoli. Non c’è niente di cui ti devi preoccupare. Potresti anche camminare da queste parti in una notte buia alla cieca, senza pericolo di cadere nel pozzo. Anch’io se stessi attaccata a te come adesso, non cadrei.
- Sei sicura?
- Sicurissima.
- Come fai a saperlo?
- Lo so. Lo so e basta, - disse Naoko, sempre tenendomi forte la mano. Per un po’ continuammo a camminare in silenzio, quindi riprese: - Questo tipo di cose per me sono molto chiare. Non è un fatto logico, sono solo sensazioni. Per esempio, adesso che cammino attaccata forte a te, non ho nemmeno un po’ di paura. Il buio e il male non possono trascinarmi via.
- Allora, il problema è molto semplice. Basta che stiamo sempre come adesso, - dissi io.
[…]
- Sono così felice di sentirtelo dire. Davvero, - disse lei con un sorriso triste. – Ma questo non è possibile.
- Perché?
[…]
- Perché sarebbe una cosa ingiusta. Sia per te che per me.
- In che senso sarebbe ingiusto?- chiesi con voce calma.
- Perché è impossibile che qualcuno possa sempre proteggere un altro, in eterno.
Murakami Haruki, NORWEGIAN WOOD – TOKYO BLUES
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