Sunday, October 24, 2010

Every time


Ogni volta che mi chiedi che cosa sto leggendo è per ridere dell’ennesimo libro sconosciuto, infinito, complicato e, soprattutto, giapponese che sia riuscita a scovare.
Ogni volta che voglio leggere (sì, perché per me è una voglia che deve essere appagata, come la fame…) nel bel mezzo di una giornata in cui si potrebbe fare insieme qualsiasi cosa, accondiscendi, ne approfitti per dormire sulla mia pancia mentre sfoglio pagine e pagine.
Ma QUESTA VOLTA, mentre dormivi su un seno abbracciato ai miei fianchi, ho letto qualcosa di straordinario che mi ha fatto accelerare il respiro, il battito cardiaco e piangere. Le ultime 50 pagine di un romanzo che si legge in un solo fiato, denso di colori, profumi, emozioni e valori: “Il ristorante dell’amore ritrovato”, di Ito Ogawa.
E ti accorgi di quello che sta succedendo nella mia mente e non solo, ti rigiri inquieto in quel breve sonno, pizzicandomi con le mani i fianchi, capendo che leggo parole e significati forti, altrettanto inquieti. Apri gli occhi “hai letto tanto, che ore sono?” e mi accorgo che hai ragione. Amare è leggere dentro.

Sunday, October 3, 2010

Somewhere happened

Vale e Luca - 26 settembre 2010
Somewhere era Roma per due giorni, fra locali gay e alberghi fatiscenti gestiti da pakistani in zona stazione Termini. Fra pianti isterici davanti al Colosseo e baci mozzafiato in piazza Navona.
Si respira un'aria leggera (nonostante lo smog) e la luce, la sensazione di tutto ciò che vedi, è unica: a Roma tornerei ogni giorno... Ed ho camminato a New York, San Francisco, Los Angeles, Las Vegas, Tokyo, Kyoto, Osaka, Parigi, Barcellona... ma, ora, sono cosciente del fatto che non dovrò andare molto lontano per trovare quella sensazione di cui ho bisogno ogni tanto, quasi "un mio posto nel mondo": l'infinitesima parte di un tutto che sento quando vivo una grossa metropoli.

Somewhere era il cosentino, sul Tirreno, per partecipare alle nozze di una cara amica, due anni fa collaboratrice, collega come dir si voglia. Innumerevoli ore, io e lei, in treno ed alla guida di un'auto percorrendo tutta la Calabria in lungo ed in largo, la condivisione di palate di stress e di sogni, come il suo matrimonio e la mia serenità. Un matrimonio "del Sud" ma sentito da tutti, fino a tarda notte a ballare, mangiare e bere. Il primo matrimonio in cui abbia pianto, in cui mi sia sentita felice per la felicità che vedevo negli occhi e nel cuore degli sposi. Avrei voluto essere al suo posto, si si... Quel giorno sarei salita all'altare così come ero vestita, trascinandomi l'Arbuffo, ghignando un pò per le sue facce ed espressioni assurde e piangendo per l'importanza del momento. 
Sto maturando come un frutto... Ad ogni nuova cosa mi stacco dall'albero in maniera diversa... Sperando di non cadere ammaccandomi troppo...