Ogni volta che mi chiedi che cosa sto leggendo è per ridere dell’ennesimo libro sconosciuto, infinito, complicato e, soprattutto, giapponese che sia riuscita a scovare.
Ogni volta che voglio leggere (sì, perché per me è una voglia che deve essere appagata, come la fame…) nel bel mezzo di una giornata in cui si potrebbe fare insieme qualsiasi cosa, accondiscendi, ne approfitti per dormire sulla mia pancia mentre sfoglio pagine e pagine.
Ma QUESTA VOLTA, mentre dormivi su un seno abbracciato ai miei fianchi, ho letto qualcosa di straordinario che mi ha fatto accelerare il respiro, il battito cardiaco e piangere. Le ultime 50 pagine di un romanzo che si legge in un solo fiato, denso di colori, profumi, emozioni e valori: “Il ristorante dell’amore ritrovato”, di Ito Ogawa.
E ti accorgi di quello che sta succedendo nella mia mente e non solo, ti rigiri inquieto in quel breve sonno, pizzicandomi con le mani i fianchi, capendo che leggo parole e significati forti, altrettanto inquieti. Apri gli occhi “hai letto tanto, che ore sono?” e mi accorgo che hai ragione. Amare è leggere dentro.