Monday, August 23, 2010

Giallo è bello

Ci si vanta di piccole grandi cose nel parlare tra amici, per farsi conoscere, nel pensare fra sè e sè. Cose di cui si va fieri perchè si pensa che nessuno (forse pochissimi) hanno fatto (fino ad ora) nella propria vita.
Oltre a rimanere fermamente convinta di essere l'unica persona al mondo in grado di ingurgitare un vasetto di salsa guacamole in meno di 15 minuti, senza l'ausilio di tortillas, a cucchiaiate come se fosse marmellata, provocando disgusto in chi osserva... Mi vanto di aver letto in sole 4 ore, all'età di 9 anni, in un piovoso pomeriggio di primavera, Dieci piccoli indiani di Agatha Christie. Affamata non solo di gelato alla nocciola e cioccolato in qualsiasi stato (solido, liquido, gassoso...), mostrando i miei numerosi chili in eccesso frutto di un profondo impegno nel dimostrare al mondo che "rotolare è molto meglio che camminare", i miei anni della pre adolescenza sono stati dedicati al cibo (zucchero amore mio) e libri, gialli.
E Dieci piccoli indiani era il giallo meglio scritto, più "sottile" mai letto.
Ma poi, all'età di 28 anni, in peso forma e con una predilezione per il salato ed il the verde, durante i meritati giorni di vacanza in alta montagna, Agata Christie si rivela un pò troppo retrò e sempliciotta.
L'Analista di John Katzenbach mi fa tornare piccina, con quasi 20 anni in meno, quando leggendo ogni cellula del mio corpo entrava in quelle pagine ruvide e dall'odore di carta impolverata. Finalmente un thriller dal finale non scontato ed inaspettato.
Peccato non aver fatto un altro personale record: 500 pagine in 10 giorni. Ma a questa "veneranda" età si hanno tante cose da fare: escursioni per eliminare un anno di tossine causate dal forzato lavoro, cucinare "senza zucchero", riassettare l'appartamento perchè si è donna e come dice mia madre "non sta bene che ci sia il letto da fare ancora nel tardo pomeriggio, cosa potrà mai pensare un uomo in casa". L'uomo non pensa, semplicemente non si accorge nemmeno che il letto non sia stato fatto. Si accorge soltanto che tu stia leggendo sotto le lenzuola (L'Analista) e non abbia ancora dato un accenno di libido perchè troppo presa dalla lettura.

Friday, August 20, 2010

Esperienza di vita n°2: se la prima non riesce, prova la seconda


E visto che il giorno prima a metà percorso un acquazzone ha deciso di riversarsi sulla mia testa, recidiva mi incammino in giorno dopo, col sole, verso uno dei rifugi più belli (e difficili da raggiungere): rifugio Ponte di Ghiaccio. Questa volta da lassù mi mandano segnali concreti: una suora di Verona ed un parroco in ritiro spirituale. La suora, sfinita dalla salita e dal freddo, chiede al bancone della Stube "qualcosa di forte, per cortesia", mentre il parrocco non sa dove prendere altre 2 mani in prestito per infilarsi più cibo possibile e contemporaneamente in bocca. Anche i figli di Dio alzano il gomito.

Esperienza di vita n°1: se ti manca il fiato, riposa

Darsi obiettivi anche in vacanza non è poi così male, soprattutto quando sei consapevole di saper fare una cosa nella vita: raggiungerli più o meno bene. Trascorrere le vacanze al mare ha l'obiettivo primario di raggiungere un'abbronzatura invidiabile al ritorno. Trascorrere le vacanze a casa ha come obiettivo le "pulizie di Pasqua", anche se siamo ben lontani dalle uova di cioccolato. Trascorrere le vacanze ospiti di qualcuno ha l'obiettivo del risparmio, "tirare la cinghia fa bene" diceva mio padre.
Trascorrere le vacanze in montagna ha l'obiettivo di "macinare" vette e chilometri. La sera precedente un'escursione è un attento studio della cartina topografica: percorsi di difficoltà media (tanto che sono qui almeno mi sforzo un pò...), tempi di percorrenza non inferiori alle 3 ore (da meno è da principianti, si pensa...), vette limitrofe a ghiacciai (i monti "bassi" sono "da anziani"). La sera al ritorno dall'escursione sono dolori.
Percorrere un sentiero di media difficoltà e di ore ed ore di cammino comporta la visione di qualche santo minore già dopo 2 ore e mezza di percorrenza ad una discreta pendenza. Dopo le 3 ore e mezza si avvicina la Madonna che ti dice "sei vicino, non puoi tornare indietro, sarebbe gettare la spugna". Eh sia mai, mi sono posta un obiettivo anche in questa vacanza, anche in questo percorso! Mangio una barretta proteica energetica per illudermi di acchiappare qualche brandello di energia e si riparte.
Dio appare al raggiungimento della meta, solitamente il rifugio, per complimentarsi.
Questa volta mi è apparso in impermeabile causa pioggia e mi ha consigliato un'ottima omelette ai mirtilli rossi. Poi però mi ha fatto un repentino cenno di saluto consigliandomi di iniziare la discesa ("la pioggia non accenna a darsi pace", parla così Dio).

4 ore di salita, 2 ore e mezza di discesa. Forse l'obiettivo non era proporzionale alle mie capacità, ma qualcosa di paradisiaco l'ho visto veramente. Il panorama da lassù.