Pordenone ha qualcosa di speciale.
3 ore e 15 minuti di sottofondo diverso, ogni volta, come se cambiare la colonna sonora potesse farmi vedere ogni volta piccole e grandi cose di cui non mi sono accorta durante il viaggio precedente.
Da quando ho letto che questa piccola perla del Friuli è la piccola Seattle italiana in quanto culla e capitale della musica underground in Italia, la colonna sonora è diventata autentica: Prozac+, Tre allegri ragazzi morti, Africa Unite… Solo alcuni nomi di personalità musicali che hanno preso alla lettera un famoso detto friulano "fasi di besoi", il "do it yourself" dei punk. Corrente del fare che rende Pordenone ed il suo entroterra una zona ricchissima di idee, che diventano fatti e non solo pugnette. Questo è il modo di fare del pordenonese: ci provo da solo, se non riesco…poi ci penso.
Molto simile a me, sarà per questo che mi sento molto autoctona qui.
Ho punti di riferimento, forse ancor di più che nella città in cui vivo.
Il locale in cui pranzare e cenare orientale, un misto di cucina giapponese e thailandese, un piccolo ristorante fusion in cui ogni mese le pareti cambiano colore ed aspetto, perché ogni mese ha luogo una mostra d'arte con artisti diversi: Weest. Essere accolti ormai col nome è sintomo di una certa frequenza… Peccato mi chiamino col nome dell'azienda a cui faccio intestare le fatture, ma credo sia questione di tempo per passare al nome di persona fisica e non giuridica...
Il luogo in cui rilassarsi e "farsela raccontare", per donne sempre di corsa (o in fuga?): Atmosfere Grace, in cui tutto costa parecchio e per tutto c'è una sola motivazione, "l'eccellenza ha il suo valore Signora". P.S. Andarci a metà mese a stipendio appena versato sul conto corrente.
Le botteghe, le gastronomie del centro, i fruttivendoli che inebriano i piccoli vicoli con gli odori di fragole e verdura di stagione.
A Pordenone divento quello che vorrei essere sempre, che forse sono ma non faccio: la spesa dopo il lavoro, il supermercato, le tante borse in mano mentre cammino rasoterra sulle nuove ballerine che dovevano essere "un guanto" ed invece si sono trasformate, a fine giornata, in una trappola per topi. Salire all'ultimo piano, a piedi se l'ascensore tarda ad arrivare, inserire una pesante chiave in ottone ed avere un delizioso appartamentino in prestito anche per questa settimana. Cucinare nella mia piccola cucina, apparecchiare per me, versarmi un bicchiere di vino friulano (Cabernet Franc della tenuta dei Principi di Porcia tutta la vita!!!) mentre il cous cous con le verdure cuoce.
Chiamare tua madre solo per dirle "sto bene", chiamare tuo padre solo per dirgli "è andata bene anche oggi, sono carica come una molla", scrivere alla tua migliore amica "sono a Pordenone, sto per cenare, ti voglio bene".
E finalmente cenare, questa sera durante un feroce temporale con tuoni ed un violento fruscio d'acqua...
Nessun pensiero. Solo... Senti che fuori piove, senti che bel rumore.
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